16 anni dopo San Giuliano, l’accusa del Vescovo: “comunità in rovinoso declino

“Fare memoria della tragedia di San Giuliano di Puglia non solo per rivivere il dolore che ha colpito in modo drammatico tante famiglie, ma anche per riflettere sul tempo trascorso del quel momento, per far si che le cicatrici rimaste dal 31 ottobre di 16 anni fa siano da monito per tutti noi e in particolare per chi amministra la cosa pubblica”.

Così il Vescovo della diocesi di Termoli-Larino Gianfranco De Luca interviene nell’imminenza della Giornata della Memoria in ricordo dei 27 Angeli di San Giuliano di Puglia e della Maestra Carmela Ciniglio.

Il prelato rivolge un pensiero a quei bambini, vittime innocenti, e si chiede cosa sia cambiato nei fatti da 16 anni ad oggi.  Un interrogativo che pesa di fronte alla realtà nuda e cruda di un territorio e di intere comunità che hanno accelerato rovinosamente la via del declino demografico, sociale, economico; tanti posti di lavoro persi, in particolare nel settore dell’edilizia, a causa della gestione della ricostruzione.

L’auspicato rilancio economico si è arenato tra le maglie di una burocrazia maligna, di amministrazioni, a tutti i livelli, ingessate, di farraginosi meccanismi che ritardano interventi promessi: tutto ciò – osserva De Luca – “ha fatto perdere ogni possibilità di ripresa in presenza di casi sciacallaggio, ruberie, scandalose disuguaglianze e palesi atti di ingiustizia”.

“I progetti di sviluppo – continua il Vescovo – o sono rimasti sulla carta o si sono arenati sul terreno melmoso di resistenze più o meno subdole, nascoste o camuffate. E’ sotto gli occhi di tutti un declino inesorabile che attanaglia tanti piccoli centri; l’invecchiamento, la fuga, l’arretramento in ogni settore, sembrano un destino ormai segnato e le promesse della politica sono state smascherate”.

Una realtà che denota un disagio diffuso,  amplificato dagli eventi sismici di Agosto. Nonostante ciò “come credenti – conclude il Vescovo –  la nostra forza è la speranza e la ferma convinzione che in ognuno dimori il desiderio di lavorare per le future generazioni, per amore del nostro popolo”.

DV

 

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