La dignità dei numerosi cittadini e pendolari che ogni giorno viaggiano lungo le martoriate strade della regione è letteralmente calpestata.
Il grave episodio che si è verificato ieri lungo la vecchia Statale 87, in direzione Casacalenda, dove un pullman dell’Atm, in quel momento carico di pendolari e studenti, ha preso fuoco e si è evitata la tragedia solo grazie alla tempestiva decisione dell’autista di far scendere i passeggeri prima che le fiamme divampassero all’interno del mezzo, ha rappresentato l’ennesima conferma delle condizioni del trasporto pubblico in Molise, condizioni indegne di un paese civile.
Non è pensabile dover rischiare la vita per responsabilità di chi finora ha gestito i profitti derivanti dai trasferimenti legati al trasporto pubblico urbano senza attuare i necessari investimenti per acquistare mezzi sicuri e moderni e mettendo così a rischio l’incolumità dei passeggeri e degli autisti; questi ultimi peraltro già penalizzati dai ritardati pagamenti degli stipendi.
Se a tutto ciò si aggiunge l’assenza di investimenti per la messa in sicurezza e il potenziamento della viabilità e la paralisi prossochè totale della rete ferroviaria, si comprende bene l’evidenza dello stato di abbandono e di emarginazione del territorio, con la conseguenza che i comuni continuano inevitabilmente a spopolarsi, nell’indifferenza o nell’incapacità delle istituzioni di dare risposte ai cittadini.
La giustificazione della carenza di risorse utili ad assicurare ai molisani una vita dignitosa non può essere certamente un alibi altrimenti si dovrebbe giungere a una conclusione, l’unica possibile considerando il calo demografico inarrestabile e il venir meno di servizi essenziali: che il Molise come regione autonoma non ha più alcun senso, se non per coloro, e sono sempre gli stessi, che occupano posizioni di potere.
Davide Vitiello