Destra, Sinistra, Centro, questo è il dilemma che, in questi giorni, molti personaggi più o meno noti si pongono in vista dei prossimi appuntamenti elettorali di primavera sicuramente caratterizzati da un’altra campagna elettorale al vetriolo, visto chi sono o saranno i competitor che, hanno iniziato le grandi manovre esplorative, per guadagnarsi un posto nei palazzi che contano; forse aggiungiamo noi. Posizioni che fanno si che alleanze di un tempo vengono stravolte, leggasi diniego da parte di un Assessore della giunta Battista a sottoscrivere un documento o i distingui da parte dell’UDC e di altra compagine di destra che si sono chiamati fuori dalle questioni che hanno rivisto i patti tra esponenti della sinistra appartenenti all’assise cittadina. Questioni che stanno creando tensioni tra i vari schieramenti politici, sempre più promiscui dove regna l’incertezza e la confusione. Allocazioni che aprono scenari inusitati anche perché mai come ora è veramente difficile se non impossibile la scelta di campo, ma chi decide di candidarsi evidentemente ha le argomentazioni giuste per convincere della bontà delle idee che propone; beati loro, aggiungiamo noi. L’unica certezza è che la competizione sarà caratterizzata ancora una volta da un enorme punto interrogativo che, purtroppo rimarrà tale. Leggendo le dichiarazioni dei provabili contendenti che, sono iniziate a comparire sulla stampa locale e non, viene spontaneo domandarsi se “è il caso di dare credito a queste persone” nel senso che non ci si rende conto che i molisani e i Campobassani in primis sono stanchi di essere “presi per il naso” da chi “pazzea”, usiamo il vernacolo per rendere meglio l’idea, con la speranza di emergere mentre c’è gente che non può arrivare a fine mese. Personaggi che puntualmente affideranno ad agenzie specializzate il compito di sondare il gradiente dell’elettore, senza sapere la gente non ne può più, di essere subissata di sondaggi, e-mail, messaggi che registrano il gradiente nei confronti di quello o quell’altro candidato. Sarebbe il caso di non farlo perché non si regge più il fuoco di fila di questo modo di fare la propaganda elettorale. Un modo innovativo, sotto moltissimi aspetti, ma vessatorio che la dice lunga di come la voglia di apparire non è assolutamente sopita, anzi è pressante più che mai. Una voglia dettata unicamente dall’arrivismo smodato che prevale ogni qualvolta si apre la stagione elettorale. Ecco perché desistete, altrimenti le risposte da parte degli intervistati saranno all’insegna della non decenza. Desistete perché i problemi certamente non saranno risolti grazie a poche domande e relative risposte, perché irritano ancora di più. Desistete altrimenti il gradimento, nell’eventualità che ancora ci sia, venga sostituito da una valanga di improperi. Desistete perché la misura è colma; e quando la misura arriva a saturazione è pericoloso perché si ottiene l’effetto contrario ossia: la repulsione alla politica che è una cosa seria; peccato che molti, anzi moltissimi l’hanno scelta quale passatempo e non come missione per dare risposte alla collettività sempre più stanca, sempre più arrabbiata e i molisani credeteci lo sono seriamente.
Massimo Dalla Torre