A Campobasso, indossando una maglietta rossa per fermare l’emorragia d’umanità

Sono tempi difficilissimi, questi, per l’Europa e tutto a causa delle politiche di accoglienza, che ultimamente sono messe a concreto rischio e che disegnano scenari sicuramente complessi e contrari ad ogni forma di solidarietà.

Così, tanti cittadini, accogliendo l’invito di don Ciotti hanno voluto indossare una maglietta rossa e comunicare al mondo lo sdegno per quella che hanno voluto chiamare una emorragia di umanità.

A Campobasso si sono dati appuntamento in piazza Pepe, dove ha sede la Prefettura.

L’appello, sottoscritto da Don Ciotti di Libera contro le Mafie e del Gruppo Abele, dal Presidente nazionale dell’Arci Francesca Chiavacci, dal Presidente Nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani e dal Presidente nazionale dell’Anpi, Carla Nespolo, sottolinea come il “Rosso sia il colore che ci invita a sostare”.

“Ma c’è un altro rosso “ – affermano – “che, oggi, ancora più perentoriamente chiede di fermarci, di riflettere e poi di impegnarci e darci da fare. E’ quello dei vestiti e delle magliette dei bambini che muoiono in mare e che a volte il mare riversa sulle spiagge del Mediterraneo. Di rosso era vestito il piccolo Aylan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche. Di rosso ne verranno vestiti altri dalle madri, nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori”.

Bisogna contrastare questa emorragia di umanità – affermano i cittadini in rosso   L’Europa moderna non è questa. L’europa moderna è libertà, uguaglianza, fraternità. Questa di oggi è qualcosa da combattere, per ricostruire un mondo più giusto, dove riconoscersi diversi come persone e uguali come cittadini.

 

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