Agricoltori molisani preoccupati per i costi di produzione del settore primario

L’approvvigionamento alimentare è una questione che sta preoccupando diverse nazioni nel panorama internazionale, e riguarda soprattutto gli stati più poveri.
Per risolvere le difficoltà legate al trasporto del grano dall’Ucraina, paese attualmente in guerra, al di là del Mar Nero, il presidente della Turchia Erdogan e quello della Russia Putin, hanno affrontato la questione cercando di garantire l’arrivo delle risorse cerealicole nei paesi situati in Africa e Asia.
Sicuramente le nazioni industrializzate, come l’Italia, quest’anno hanno più difficoltà a sostenere i paesi in via di sviluppo nell’approvvigionamento delle risorse alimentari. A causa delle avverse condizioni climatiche, caratterizzate da una primavera estremamente piovosa, a cui è seguito drasticamente un caldo estivo anomalo, la produzione italiana 2023, sia per quanto riguarda il grano che in riferimento ad altri prodotti, non ha dato i risultati sperati. Nelle varie realtà territoriali italiane, come quella molisana, si evidenzia un notevole calo della produzione.
“Gli agricoltori hanno dovuto fare i conti con l’aumento dei costi di produzione, in una campagna cerealicola che ha subito danni per il maltempo – commentano gli esponenti di Coldiretti – con il risultato che il raccolto di grano duro molisano, che investe una superficie di circa 60.000 ettari, non sta procedendo secondo le aspettative.”
Infatti per portare a compimento l’ultimo raccolto, le aziende agricole operanti nella regione hanno speso circa 300 euro in più ad ettaro. Inoltre il prezzo del grano è sceso al di sotto dei costi di produzione, mettendo in difficoltà il futuro delle attività molisane legate alle alle coltivazioni.
Necessario quindi tutelare le aziende italiane, incluse quelle locali, stabilendo prezzi equi che non siano mai inferiori ai costi di produzione.
“La strada vincente – concludono i rappresentanti della Coldiretti – è quella dei progetti di filiera per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza delle materie prime”.