Si torna a parlare dell’eolico selvaggio dopo l’assemblea pubblica che si è tenuta ieri nella sala consiliare del Comune di Riccia, per discutere del nuovo progetto di realizzazione del parco eolico “Quadrano”, che prevede l’istallazione di 15 aerogeneratori sui territori compresi tra i comuni di Gildone, Cercemaggiore e Riccia. Il progetto rappresenta rappresenta la seconda proposta presentata negli ultimi mesi, dopo quella denominata Serre che invece comprende, oltre ai territori di Riccia, anche quelli di Pietracatella, Jelsi e Gambatesa. Il secondo in pochi mesi, dopo quello “le Serre”, per un totale di ben oltre 11 proposte di realizzazione presentate negli ultimi anni.
Le osservazioni contrarie illustrate dall’amministrazione comunale in sede di riunione, unite alla generale disapprovazione da parte della cittadinanza, non riguardano la transizione energetica in generale, necessaria a preservare il pianeta, ma si riferiscono alla contrarietà verso lo sfruttamento del territorio molisano da parte delle multinazionali che hanno necessità di produrre energia da fonti alternative, cosa che comporterebbe però il deturpamento del paesaggio locale senza alcun beneficio economico per il Molise, cosa che è già accaduta nel corso degli anni con l’installazione, in totale, 300 aerogeneratori presenti su tutto il territorio regionale.
Tra le motivazioni che riguardano la perplessità da parte del Comune di Riccia, il mancato rispetto della distanza dal centro abitato e dalle strade, ma anche la mancanza di relazioni per l’esproprio e di contratti preliminari per l’acquisto dei terreni allegati al progetto.
Osservazioni che sono in linea con quanto espresso dai rappresentanti dell’Arsarp, ovvero l’Agenzia regionale per lo sviluppo agricolo rurale, che si sono concentrate sull’impatto dell’impianto sulle attività agricole.
In merito a questo, la Consigliera Regionale Micaela Fanelli ha commentato quanto segue: “solleciterò il Consiglio regionale ad estendere la mappatura delle aree non idonee alla installazione di questi impianti per tutelare l’agricoltura e il paesaggio, al fine di bloccare, anche per il futuro, la realizzazione di questi ‘mostri energetici’.