Alla Vibac di Termoli i Sindacati annunciano una intensa stagione di lotta

Le Organizzazioni sindacali del settore chimico comunicano che qualche mese fa la VIBAC di Termoli ha aperto una provvedimento di Cassa Integrazione Guadagni ordinaria per 13 settimane, in considerazione di un calo delle commesse.

Nello stesso tempo ha annunciato alcuni interventi, che nello specifico sono:

  • La revisione dell’impianto di recupero;
  • L’efficientamento dell’impianto Hotmelt;
  • La ricapitalizzazione della società con 8 milioni di euro;
  • L’implementazione di una serie di magazzini negli Stati Uniti per far lavorare di più l’Italia;
  • La riduzione delle commesse e la necessità di produrre a costi inferiori a quelli attuali, per tornare ad essere competitivi;
  • Un investimento per riorganizzare lo stabilimento di Termoli, di 1,5 milioni di euro;
  • La fermata dello stabilimento per 8/10 mesi per la sostituzione delle caldaie e il revamping degli impianti.

 

Per le segreterie e le RSU di Filctem CGIL, Femca CISL, Uiltec UIL e Failc Confail le belle notizie degli investimenti compensavano quelle brutte della crisi, ma Vibac ha chiesto anche di azzerare tutta la contrattazione di secondo livello con una moratoria per tre anni, fatto concretizzatosi con la disdetta unilaterale di tutti gli accordi aziendali, con comunicazione del 24/02/2022.

 

Nel frattempo la CIGO è cominciata, ma stanno già lavorando 60 lavoratori su 150 con tantissime inefficienze di produzione che il titolare dell’azienda ha definito in videoconferenza “pericolose per gli addetti” in una delle linee di produzione. Degli investimenti annunciati previsti, nemmeno l’ombra…

 

Intanto sono stati “dismessi” i lavoratori interinali, come fossero carta straccia e addirittura pagando delle penali!

 

Le scriventi OO.SS. vogliono aiutare la ripresa della Vibac, con il coinvolgimento delle Istituzioni Molisane, dell’A.R.P.A. e della ASL per la risoluzione dei problemi ostativi alla produzione e alla conservazione dei livelli occupazionali, ma l’azienda è silente e non dice, come dovrebbe nel rispetto dei sindacati, delle istituzioni e del territorio, quale direzione vuole prendere per il prossimo futuro.

L’assemblea di ieri intanto, ha deciso di intraprendere una lotta dura, ma non immediata, vista anche la brusca interruzione delle relazioni sindacali con la RSU, per dare all’azienda il tempo di riflettere su queste nostre considerazioni. Si passerà quindi, nel corso della prossima settimana, ad una protesta con astensioni progressive dal lavoro, fino ad arrivare al fermo produttivo dello stabilimento di Termoli, se non dovessero arrivare riscontri risolutivi dei problemi di produzione, sicurezza e diritti dei lavoratori.

 

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