“Fca abbandona l’indotto italiano”. Questo è quanto si legge in una nota di Soa sindacati, che preoccupati tornano sulla questione e allertano le autorità.
A causa del covid, dicono, tutto è stato stravolto. “Come una mano invisibile è andato a toccare la vita delle persone ai quattro angoli del Pianeta. Oltre alla disuguaglianza strutturale che pre-esisteva ne è emersa una che potremmo chiamare secondaria, aggravandole ed ampliandole”.
L’ex Fiat ormai è straniera in patria, ribadiscono, tra sede legale olandese e quella fiscale inglese, francese è l’attuale AD dopo il canadese/italo Marchionne, e dopo la redditizia fusione con la Peugeot dei cugini d’oltralpe.
L’addio all’indotto italiano rientra, con ogni probabilità dicono i sindacati, all’interno di quel piano di ottimizzazione e razionalizzazione dei costi sbandierato da Carlos Tavares, futuro amministratore delegato del nascente gruppo Stellantis che racchiuderà ben 14 marchi.
“Noi operai dobbiamo anche lavorare per eliminare le cause dello sfruttamento, per trasformare la forza organizzata in una leva per la liberazione definitiva della classe operaia : cioè per l’abolizione definitiva del sistema del lavoro salariato”.
A preoccupare, inevitabilmente il futuro dello stabilimento di Termoli e pertanto chiedono alla politica di monitorare la situazione per il bene del tessuto produttivo del posto.