Per anni, in qualità di pendolari sulla linea Campobasso-Roma, abbiamo seguito, nostro malgrado, tutte le vicissitudini di un servizio ferroviario gestito male e controllato ancora meno”.
Inizia con queste parole una lettera aperta, inviata alla stampa, da un indirizzo ben preciso e firmata, appunto, dai Pendolari della linea Campobasso-Roma.
Bisognerebbe citarla integralmente, perché di fatto è un documento assai importante, che davvero viene a specificare i disagi di tante persone, che hanno dovuto soffrire tutta una serie di problematiche mai veramente risolte; i tempi televisivi ce lo impediscono, ma qualcosa riusciremo a dire di questa che considerano “una realtà che segnerebbe in senso negativo ogni fantasia. Binari oscuri, treni peggio, rete -a strascico- e organizzazione stile Far West”.
Non sono teneri questi pendolari, che ritengono di subire “le azioni scellerate di un management aziendale che approfitta della totale assenza della Regione e dei suoi rappresentanti, presenti solo in pompa magna alle inaugurazioni della mitologica, incompiuta elettrificazione”.
Chiedono, oggi, se c’è conoscenza circa le soppressioni previste, treni che, a quanto si sente dire, saranno soppressi, nel gioco degli orari estivi, come il treno 5388 delle 7,45 da Isernia a Roma cancellato senza una alternativa, oppure la storie dei due treni quotidiani, il 5133 delle 19,15 e il 5137 delle 20,35, entrambi da Roma Termini ad Isernia, dei quali ne sarà realizzato uno solo alle 20,15.
Siamo dunque all’agire, scrivono, su un servizio già ridotto ai minimi termini e con orari impossibili.
Sono treni “particolarmente destinati ai viaggiatori pendolari, che per anni hanno fatto sacrifici enormi per adeguarsi agli scempi della linea ferroviaria”.
C’è molta acredine dentro di loro, soprattutto quando affermano, a mo’ di domanda, “se proprio si voleva risparmiare, perché non si è pensato di riorganizzare il treno 5310 delle 9,35 da Isernia a Roma termini, che si muove in un orario perfettamente inutile anche per un semplice turista, oppure uno dei due 5119 delle 13,07 o 5121 delle 14,35 da Roma ?”
C’è anche tanta amarezza, soprattutto quando concludono “siamo figli di nessuno, trasporti, sanità, scuola, turismo dei miserabili, sconfitti, abbandonati a noi stessi”.
Una brutta storia, bruttissima.