«Sono passati due anni e mezzo dall’approvazione del Piano regionale integrato per la qualità dell’aria in Molise (P.R.I.A.MO.), ma non abbiamo visto alcun risultato.
Il Piano è stato ereditato dalla precedente Amministrazione regionale ed è stato approvato già ‘vecchio’. Già nel gennaio 2019, insieme ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, segnalai in Consiglio regionale una serie di lacune ancora oggi esistenti».
Così in una nota il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Vittorio Nola, che aggiunge: « Innanzitutto, nel Priamo manca qualsiasi riferimento al cosiddetto ‘effetto cumulo’. In pratica non è presa in giusta considerazione l’azione congiunta di più fonti inquinanti nella stessa zona. Un problema non di poco conto, soprattutto in zone come la Piana di Venafro e le aree industriali di Campochiaro–Bojano e Termoli. Il cumulo delle emissioni, infatti, può nuocere alla salute pubblica: basta guardare la cronaca dei giorni scorsi, quando diversi cittadini hanno accusato malori proprio nei pressi di inceneritori e aree industriali.
“Ora Toma deve chiarire una volta per tutte se sono state avviate le attività di revisione del Priamo e quelle del Piano regionale dei rifiuti; se è stato predisposto un Piano per il monitoraggio della qualità del suolo e se intende sollecitare l’Arpa Molise a pubblicare il rapporto 2020. Ma vogliamo anche sapere qual è lo stato di attuazione dello studio epidemiologico che riguarda la Piana di Venafro. Sono risposte importanti. Non dimentichiamo che di inquinamento si muore due volte: muore l’ambiente, in un territorio con un enorme potenziale paesaggistico e turistico; e purtroppo muoiono i nostri corregionali, per malattie che potrebbero ricondursi alla qualità delle acque, del suolo o dell’aria. Basta tergiversare, è ora di affrontare seriamente questo tema”.