“L’ Anva Confesercenti, Associazione Nazionale Venditori Ambulanti, chiede l’impegno della Regione a individuare le soluzioni necessarie a beneficio di una categoria particolarmente colpita dall’emergenza Coronavirus.
Gli operatori ambulanti sono in ginocchio: fermi da mesi, ad esclusione del settore alimentare.
Questa è una situazione di crisi senza precedenti.
Le istituzioni hanno dimenticato questo settore del commercio: gli ambulanti sono diventati invisibili.
Si chiede con forza di far riaprire i mercati in quanto hanno le caratteristiche ideali per il contenimento della diffusione del virus, sono attività outdoor e di prossimità, che limitano quindi la mobilità verso l’esterno ed evitano assembramenti in luoghi chiusi. Sembra però che questo elemento fondamentale sia stato trascurato da tutti.
Si deve ripartire il prima possibile, la situazione è davvero molto dura, con attività ferme da mesi e senza nessuna entrata, con ripercussioni pesanti sullo stato di molte famiglie.
L’Anva chiede di definire con urgenza modalità e tempi di apertura dei mercati ambulanti, naturalmente, nel pieno rispetto delle norme a tutela della salute di tutti.
Il procrastinare delle riaperture dei mercati ambulanti mette in serie difficoltà economica le imprese del settore del commercio su area pubblica, con la possibile ricaduta negativa sulla tenuta sociale del paese.
La nostra Associazione chiede:
- Riapertura dei mercati non alimentari;
- Equiparazione delle fiere ai mercati e non considerare le stesse al pari delle manifestazioni straordinarie;
- Provvedimenti di liquidità a fondo perduto;
- Prolungamento delle misure già adottate (600o800€) per coloro che saranno impossibilitati a riprendere l’attività;
- Abolizione di tutte le tasse comunali per l‘anno 2020 e una riduzione per l’anno 2021, in prospettiva di una lenta ripresa.
Il Governo ci dia un sostegno concreto altrimenti si rischia la scomparsa dei mercati con conseguenze non solo per le imprese ma anche per la vivibilità delle nostre città ed i cittadini che si vedranno privati di un servizio fondamentale”.