Non solo il blocco dei licenziamenti e le risultanze da covid, ma anche tante piccole e grandi difficoltà per il mondo del lavoro, quello popolato da imprese ed aziende che stanno cercando di trovare, seppur faticosamente, la strada della ripresa.
Prima si sono lamentati i titolari dei pubblici esercizi, specialmente i ristoratori e i bar, poi quelli che si muovono nel mondo dei servizi ed adesso le imprese che operano nel settore dell’edilizia.
Stesso, identico problema, la mancanza di manodopera preparata e professionale, ma anche quella di natura più semplice, presenza complessiva necessaria a rispondere alle richieste del lavoro, quella utile per i progetti ed i propositi di rilancio.
Camerieri, cuochi, baristi, ma anche persone che sanno costruire, intervenendo sugli edifici da ristrutturare, magari attraverso le risorse del superbonus e dei vari Piani di Intervento che sono all’ordine del giorno.
Da tutto questo arriva la nota dell’ACEM-ANCE Molise, che si rivolge un po’ a tutti, a partire dalla sua Associazione Nazionale di riferimento, ma anche agli organi istituzionali regionali e nazionali.
Lo fa per segnalare quello che è un grosso punto di criticità, il grave problema della carenza di manodopera nel settore edile, sia di quella qualificata che di quella ordinaria.
La richiesta è quella di interventi concreti, che siano indirizzati a creare l’attenzione dei giovani verso il settore, incentivando le possibilità lavorative, favorendo anche la loro formazione e l’inserimento nel mondo del lavoro, ma anche mettendo in campo iniziative atte a portare in Italia, celermente e senza una pesante burocrazia, quelle figure che potrebbero essere attinte dal mercato estero e che spesso sono presenti nel nostro Paese, senza diritti, con salari in nero, nel più completo sfruttamento e in balia di imprese senza scrupoli.