C’è un bar, a San Salvo, il “Blue Marine”, che ha dato il nome ad una operazione congiunta dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, una operazione che ha portato al sequestro del bar e all’arresto di 18 persone, oltre a due misure domiciliari ed a cinque provvedimenti più lievi.
La vicenda riguarda innanzi tutto lo spaccio di stupefacenti lungo la costa abruzzese e parte di quella molisana, nello specifico i territori di Vasto, San Salvo e Montenero di Bisaccia, poi le bande criminali che detengono nelle zone il monopolio sia dello spaccio che delle estorsioni; tutto condito con minacce e intimidazioni.
Si tratta, come da indagini iniziate da alcuni anni da parte e con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia de l’Aquila, di un mix micidiale di partecipazioni criminose, una unione tra clan calabresi e alcune organizzazioni, composte da soggetti albanesi.
Una situazione che dimostra essenzialmente due direzioni, una che riguarda la presenza in Molise di una diffusione quasi capillare dello spaccio, che sta interessando moltissimi territori, in una espansione dal mare in montagna, non risparmiando città e paesi, l’altra che ormai non vi sono più confini e che i collegamenti con le Regioni vicine e confinanti sono, in fatto di malavita, assolutamente funzionali ai reati e perfino in crescita, nonostante l’immane impegno della Magistratura e delle Forze dell’Ordine.
Intanto i molisani indagati e implicati nella vicenda del bliz abruzzese sono tre: un 36enne di Campobasso, residente a San Salvo, per il quale è scattato l’arresto, un termolese di 37 anni, anch’egli residente a San Salvo, che è ai domiciliari e un 48enne di Montenero di Bisaccia, per il quale è stata prevista una misura cautelare più leggera.