Anche una giovane molisana contattata dall’assassino di Ilaria Sula

Non si placa l’ondata di sgomento per l’omicidio di Ilaria Sula, la studentessa di 22 anni uccisa lo scorso 26 marzo a Roma. Nelle ultime ore, sono emersi nuovi, sconvolgenti dettagli che hanno delineano il profilo di un killer lucido e pericoloso. Una nuova testimonianza ha fatto emergere particolari ancora più inquietanti sul comportamento di Mark Samson, il fidanzato 24enne accusato del brutale delitto. Il giovane, dopo aver accoltellato la ragazza, ha nascosto il corpo in una valigia e lo ha gettato in un dirupo alla periferia della capitale.

Durante l’ultima puntata di Chi l’ha visto? una giovane molisana residente a Roma ha condiviso una testimonianza che contribuisce a delineare un ritratto ancora più oscuro del presunto assassino.

Il suo racconto è un pugno allo stomaco: pochi giorni prima del femminicidio, Mark Samson aveva tentato un approccio con lei tramite Instagram. I due si erano scambiati i primi messaggi il 22 marzo, appena quattro giorni prima del crimine.

Secondo la giovane, il tono dei messaggi era fin da subito pressante, ambiguo, e a tratti allarmante. “Mi ha chiesto se vivessi sola, se avessi coinquilini – ha raccontato – Il 25 marzo ha iniziato a scrivermi in modo insistente. Mi mandava foto, una anche scattata a Furio Camillo, proprio vicino casa mia. Diceva di attraversare un periodo difficile, che cercava nuove amicizie… ma in lui c’era qualcosa di strano, qualcosa che non mi tornava”.

Il comportamento di Samson si è fatto sempre più invadente. Quella stessa sera, ha proposto una sorta di incontro confidenziale notturno, e ha inviato una foto dal centro commerciale Appio alle 20:25, confermando la sua presenza in zona. La ragazza ha finto un impedimento – l’arrivo della madre dal Molise – per evitare l’incontro.

“Mi ha chiesto se poteva stare da me, poi mi ha mandato la foto di alcuni cornetti. A quel punto l’ho bloccato. Era troppo insistente, e io non mi fidavo”.

Una decisione che, col senno di poi, potrebbe averle salvato la vita.

Ma è quanto avvenuto dopo l’omicidio di Ilaria a rendere questa testimonianza ancora più sconcertante. Samson ha continuato a scriverle anche il 26 marzo, giorno del delitto, come se nulla fosse. E persino il giorno dopo, il 27 marzo, ha mantenuto lo stesso atteggiamento.

“La mattina dopo mi ha mandato altri messaggi. Poi un ragazzo romano mi ha scritto per avvisarmi: ‘Guarda che quello è l’assassino di Ilaria’. Ho avuto i brividi. Ho pensato: poteva succedere anche a me”.

Il racconto della giovane getta nuova luce sulla pericolosità di Samson, ma fa emergere un particolare sconcertante: il presunto assassino non era in preda al panico, non appariva sconvolto o pentito, ma era freddo, determinato, e già alla ricerca di un’altra potenziale vittima. L’ombra di un predatore, non di un uomo colto da raptus.

“Non so cosa mi abbia salvata – ha concluso la testimone in trasmissione – forse l’istinto. Ma so solo che Ilaria meritava di vivere. Nessuna donna dovrebbe rischiare la vita per colpa di un mostro così”.