Alcuni luoghi di lavoro sono a più forte rischio di contagio, tra questi le fabbriche, specialmente quelle che accolgono dipendenti provenienti da più parti.
Ed è per questo, considerando la scelta, da oltre un mese, di decretare come zona rossa il Basso Molise e da qualche settimana l’intera Regione, che da più parti si chiede la chiusura delle Imprese che producono beni non essenziali, come ad esempio lo stabilimento della FCA a Termoli.
Arriva, oggi, tra le richieste quella del Gruppo Consiliare “Termoli Bene Comune Rete della Sinistra”, che scrive letteralmente: “Assistiamo al disastro acclarato del sistema sanitario regionale, cui si aggiungono le difficoltà evidenti nel far partire in modo efficace ed esteso la macchina vaccinale. Eppure continuiamo ad assistere quotidianamente nel Nucleo Industriale di Termoli all’andirivieni di migliaia di persone provenienti non solo da tutto il Molise, ma dalle regioni limitrofe, dal Nord Italia e addirittura anche dall’estero. E contestualmente molti lavoratori molisani si spostano in Abruzzo, altra zona dove la variante inglese del virus dilaga”.
Tutto questo crea situazioni di grave pericolo oggettivo per i lavoratori e per la cittadinanza tutta. Soprattutto se pensiamo che gli spostamenti di questa massa imponente di persone avvengono in buona parte grazie al trasporto pubblico locale, del quale più volte abbiamo segnalato le carenze, aggravate ora da ulteriori tagli delle corse.
Per “Termoli Bene Comune Rete della Sinistra le attività industriali non strettamente indispensabili devono quindi essere chiuse, come chiedono da tempo diversi sindacati e formazioni politiche; e devono rimanere tali, provvedendo ovviamente con tempestività ad attivare le misure di compensazione economica, almeno fino a quando non si procederà ad una campagna di vaccinazione di massa degli addetti ai vari comparti, o fino a quando le ditte non garantiranno misure di prevenzione del contagio all’interno delle strutture molto più stringenti di quelle in atto finora”.