Ancora bloccate le risorse per salvare la sanità molisana. I 5 Stelle puntano il dito contro Toma

“È sempre più chiaro che il presidente Toma ha tenuto sotto scacco la sanità molisana per tre anni. Questa volta parliamo dei contributi che avrebbero potuto dare ossigeno al Molise, ma che non venivano erogati per la mancata collaborazione del governatore -si legge in una nota congiunta dei portavoce M5S alla Camera e in Consiglio regionale- È infatti dal 2015 che la sanità molisana non riceve le cosiddette ‘premialità’: dei fondi già stanziati a livello governativo, ma vincolati al raggiungimento di determinati obiettivi, come i Lea (Livelli essenziali di assistenza) e i conti in regola. Per ‘conti in regola’ si intende anche che la Regione è tenuta a versare il surplus delle accise, derivanti da Irap e Irpef, alla Gestione sanitaria accentrata. Abbiamo più volte sollevato il problema, coinvolgendo il Ministero della Salute, la Corte dei Conti e la struttura commissariale.

Lo scorso 16 giugno il portavoce M5S Antonio Federico ha elaborato, di concerto col Ministero della Salute e con Agenas, un emendamento per: sbloccare le risorse straordinarie necessarie ad una drastica riduzione del deficit sanitario, anche senza attendere il raggiungimento degli obiettivi sopra richiamati; trasferire personale da Agenas alla struttura commissariale.

Il 12 agosto scorso, a pochi giorni dalla sua nomina a commissario, guarda caso Toma si ricorda di quei trasferimenti da fare alle casse sanitarie. Questo atto, arrivato con 3 anni di ritardo – più volte chiesto da noi, da Agenas, Ministeri di Salute e Finanze, nonché dai precedenti commissari – dimostra che Toma ha giocato a braccio di ferro sulla pelle dei molisani. Tutto al solo scopo di spuntare la nomina, con buona pace del diritto alla salute dei molisani, che intanto hanno continuato a pagare le tasse più alte d’Italia e fruito di una delle peggiori sanità. Ora il presidente commissario potrà fare uscite trionfali, ergendosi a salvatore della patria, ma i molisani devono sapere che li ha presi in giro. Da presidente, poteva fare tanto per migliorare i servizi sanitari ed avrebbe trovato la massima collaborazione istituzionale, se avesse voluto. Invece il suo cruccio era ottenere altro potere, fregandosene letteralmente della salute dei cittadini”.

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