ATM: la Regione fa sul serio e minaccia la risoluzione del contratto

Ancora una volta la tensione tra i Sindacati del Settore dei Trasporti di CGIL, CISL, UIL e UGL e l’Azienda ATM si taglia, come si suole dire, con il coltello, visto e considerato che i lavoratori sono stati costretti a produrre una nuova denuncia, che è giunta sul tavolo dell’Assessore regionale Quintino Pallante poco dopo l’incontro istituzionale del 15 dicembre 2020, tenutosi in Prefettura a Campobasso, per espletare la fase della conciliazione tra le parti, rispetto alla vertenza attivata, soprattutto a causa dei consueti ed atavici ritardi dei pagamenti degli stipendi.

La questione, come sottolineano i sindacati, è diventata quasi una normalità, un segno di totale mancanza di rispetto per il lavoro di tante persone, da parte di una Azienda che, tra l’altro, vorrebbe assumere un ruolo centrale ed unico del trasporto pubblico nel Molise.

Un comportamento, questo dei ritardi, che rilancia continuamente lo stato di mobilitazione, al punto che sono tutti diventati di casa in Prefettura, dove, per la cronaca, torneranno lunedì 4 gennaio 2021 per continuare a discutere sulle basi della vertenza.

Ma questa volta c’è un qualcosa in più, perché, come scrivono i Sindacati: “Mercoledì scorso 30 dicembre, il Direttore del Servizio del IV dipartimento della Regione, Dott.ssa Dina Verrecchia, ha inoltrato formalmente all’impresa un chiaro “ultimatum” affinché provveda entro quindici giorni al pagamento di quanto dovuto ai lavoratori che hanno ufficialmente denunciato l’illecito contrattuale, chiedendo contestualmente di trasmettere alla stessa Amministrazione, copia della relativa busta paga e della documentazione comprovante l’avvenuto pagamento della XIII mensilità”.

Sembrerebbe l’ennesimo avviso, ma questa volta c’è un di più, fondamentale e significativo, perché la Regione tira fuori una presa di posizione, finora mai veramente espressa, quando scrive: “Si avverte Codesta Spettabile Società – chiosa la Regione nella nota – che l’omesso pagamento della retribuzione a favore dei propri lavoratori, ove reiterato, costituisce grave illecito contrattuale, per cui l’ente si riserva di avviare la procedura di risoluzione contrattuale in danno”.

A questo punto potremmo dire che una “Azienda avvisata è ancora una volta mezzo salvata”.

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