Passa all’unanimità, a palazzo san Giorgio, l’ordine del giorno presentato dalla consigliera della Lega, Maria Domenica D’Alessandro sull’attivazione di un percorso per familiari di malati Covid. Una iniziativa appoggiata dai colleghi del gruppo Tramontano e Pascale.
L’attenzione rivolta tutta a coloro che, colpiti dal Coronavirus, si ritrovano soli nei reparti ospedalieri, senza il supporto di un familiare, di una persona cara. Giorno dopo giorno, soprattutto quando le condizioni di salute non migliorano, lo stato psicologico del malato peggiora inesorabilmente. Si implorano una carezza, lo sguardo e le rassicurazioni di un proprio caro mentre, parallelamente, il vissuto delle famiglie viene segnato dalla lontananza e dall’impotenza di poter far qualcosa per chi si trova allettato, a combattere con la terribile malattia.
In particolare, per i pazienti terminali, l’apparente abbandono è una ulteriore fonte di sofferenza e sempre di più diventa fondamentale l’umanizzazione delle cure: dal conforto all’assistenza prestata al malato, fino alla restituzione di un volto umano alle cure intensive.
“Nonostante il momento ancora difficile e l’ansia legata al diffondersi del virus, pur tenendo conto di come ciascuno sia chiamato ad adoperarsi per ridurre al minimo le occasioni che potrebbero facilitare la diffusione del virus, occorre riflettere – ha sottolineato la consigliera D’Alessandro – Urge immaginare percorsi diversi per non lasciare soli proprio quei familiari ricoverati in ospedale. Così come accade già in altre realtà sanitarie del Paese.
Il malato fragile e vulnerabile deve poter contare sulla vicinanza di un proprio caro. Quest’ultimo potrebbe stargli accanto per un tempo prestabilito almeno a giorni alterni. E certamente non dovrebbero sorgere problemi di dispositivi di protezione, oggi decisamente disponibili. I parenti si potranno bardare come i sanitari o gli addetti alle pulizie, tutto sotto una attenta supervisione. La richiesta all’Amministrazione comunale – ha concluso la D’Alessandro – è di proporre all’Azienda sanitaria regionale del Molise di attivare tali percorsi pure in regione, stabilendo regole di prudenza e buon senso, nel segno del rispetto e della sensibilità umana, senza abbandonare i propri affetti”.