Nelle ultime ore si sono registrati numerosi nuovi contagi tra gli autisti di autobus, chiamati a garantire quello che è un importante ed essenziale servizio pubblico.
Lo affermano pubblicamente i dirigenti sindacali regionali della categoria del trasporto pubblico di CGIL, CISL, UIL e UGL.
“E’ la triste e reale conseguenza” – scrivono – “provocata dalle Istituzioni regionali, che in più di un anno non sono riuscite ad imporre alle aziende di trasporto pubblico il rigoroso rispetto di quanto espressamente previsto dai protocolli, dalle linee guida, dai Decreti e dalle stesse Ordinanze del Presidente della Giunta per contrastare e contenere la diffusione del Covid-19”.
Riunioni su riunioni, convocate dall’Assessore regionale Quintino Pallante, che sono risultate assolutamente inconcludenti e che hanno mostrato, per l’ennesima volta, lo strapotere di quelle imprese di trasporto, che da anni dettano legge e impongono le proprie condizioni alla politica e agli uomini, che amministrano, di volta in volta, la Regione Molise.
I sindacalisti sono molto chiari quando affermano che sono finora giunti soltanto annunci, sempre disattesi, e nessun progetto e proposta dalle 29 aziende del Trasporto pubblico.
E sono anche molto chiari quando sottolineano che hanno riscontrato sistematiche violazioni da parte delle imprese, che impongono (pena pesanti provvedimenti disciplinari) al personale di guida di continuare ad avere contatti ravvicinati con l’utenza attraverso la vendita diretta dei titoli di viaggio.
Una situazione di costante pericolo, al punto che “l’Assessore Pallante aveva preannunciato e garantito la fruibilità di risorse regionali già stanziate per il comparto dei trasporti, al fine di assicurare entro pochi giorni, l’utilizzo di una quindicina di operatori da dedicare esclusivamente (e in condizione di totale sicurezza) alle attività di vendita e di controllo dei titoli di viaggio”.
Un impegno che è diventato il nulla, tra mille altre criticità disattese nelle soluzioni, vedi la vergogna del Terminal di Campobasso senza una biglietteria, la bandiera bianca innalzata dai vertici istituzionali, la programmazione lasciata alle sole imprese e tutto il sistema della mobilità sistematicamente lasciato nella più completa disattenzione.