La CGIL dell’Abruzzo – Molise, nei giorni scorsi, ha lanciato l’ennesimo allarme sullo stato del Sistema Sanitario molisano, che rischia di non essere in grado di affrontare sia le situazioni normali ed ordinarie, tantomeno, quelle di chiara emergenza.
Lo aveva fatto attraverso una nota ai vertici governativi, il Presidente del Consiglio Draghi e il Ministro per la Salute Speranza, in cui si chiedeva essenzialmente di mettere in atto “interventi mirati e programmati per garantire ai lavoratori condizioni dignitose nel loro agire quotidiano e certezze sul futuro della Sanità Molisana per l’organizzazione dell’intero sistema a tutela dei cittadini, che sono di volta in volta lavoratori e utenti”.
Percorsi di intervento che possono e devono richiamarsi alle opportunità temporanee offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che nella direzione della missione “6” si occupa della salute, fornendo le giuste indicazioni nei termini di un riequilibrio territoriale, che sia questo di garanzia per una parità collettiva dei diritti e dunque una possibile omogeneità dell’assistenza sanitaria da rispettare sull’intero territorio del Paese.
A fronte della nota, oggi, i sindacalisti chiedono ai vertici istituzionali regionali ed a quelli della Sanità, Commissario ad acta in primis, cosa si pensa di fare in Molise? Se esiste un qualche disegno operativo per le tutele nell’intero territorio della Regione? Se si preveda l’implementazione di servizi anche attraverso le Case della Comunità e la presa in carico delle persone?
“Ci sarà” – scrivono – “qualche luogo sperduto del Molise dove si è ragionato o si sta ragionando di Case della Comunità, quelle che rappresentano uno dei pilastri previsti dal PNRR per la trasformazione del nostro sistema della salute, considerato che l’emergenza pandemica ha evidenziato proprio la forte necessità di potenziamento delle strutture territoriali ?”.
Una serie di domande, le cui risposte non si evincono dalle azioni, che sembrano ferme a percorsi di navigazione a vista, mosse da situazioni quotidiane, dai problemi del momento, senza che ci siano quei punti indispensabili ad una elaborazione positiva delle idee e delle proposte per costruire, tutti insieme, la strada di un nuovo Sistema Sanitario Pubblico, che sia giusto per le persone e adeguato al diritto all’attenzione e alla cura.