Ciclicamente la questione delle centrali a biometano torna ad essere oggetto di discussione dei pubblici poteri molisani.
Visti da alcuni come fonti alternative ecologiche e come strutture inutili ed inquinanti da altri, queste centrali generano sempre scontri politici quando se ne paventa la costruzione.
Ultima proposta in ordine temporale riguarda la zona industriale di Pozzilli dove è stata avviata una procedura per la realizzazione di uno di questi impianti di produzione.
La questione è stata catalogata immediatamente come una grave minaccia per l’ambiente e per la salute dei cittadini della Piana di Venafro dalla Regione.
Secondo i Consiglieri Massimiliano Scarabeo ed Antonio Tedeschi infatti il progetto è da respingere per non aggravare la già preoccupante situazione del venafrano.
Quella della zona industriale di Pozzilli è l’ultima proposta in ordine temporale ma sicuramente non l’unica che interessa i cittadini molisani.
Anche nella zona tra Agnone e Belmonte infatti lo spettro della costruzione di una centrale a biometano è ancora in piedi.
Da tempo la questione non convince le parti direttamente chiamate in causa, cittadini in primis, che non vorrebbero vedere l’opera sorgere nelle vicinanze delle loro abitazioni.
A dare manforte alle popolazioni dell’Alto Molise arriva anche il no secco del Consiglio comunale di Capracotta che all’unanimità respinge la nascita della centrale.
“Diciamo no ad un progetto che non ci convince è che servirebbe solo a dare generosi incentivi statali” ha dichiarato il sindaco di Capracotta Vincenzo Paglione, che si scaglia contro la mistificazione del linguaggio di chi utilizza il termine bio per indicare ciò che di ecologico non ha nulla.
Più cauta sulla questione invece Legambiente Molise che, seppur considerando il caso specifico della centrale tra Agnone e Belmonte un progetto sovradimensionato e senza sostenibilità ambientale, ci tiene a precisare quanto, se ben realizzata, la produzione di Biometano possa essere una concreta opportunità di integrazione del reddito per le aziende agricole ed un ottimo strumento in tema di vantaggi ambientali.
Ancora una volta dunque la voci sono sostanzialmente contrastanti ed è chiaro che il problema può essere risolto solo dando voce ai cittadini dei territori interessati.