“Non si può difendere l’indifendibile”: con queste parole, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Greco, ha commentato la vicenda del bonus Covid da 600 euro di cui hanno beneficiato alcuni amministratori, compreso il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina.
L’esponente di palazzo D’Aimmo, si sarebbe aspettato delle scuse che ad oggi non sono arrivate, soprattutto perché la misura in questione è stata pensata e voluta dal Governo nazionale in un momento di straordinaria difficoltà, necessaria per quei professionisti in profonda crisi da un momento all’altro.
Dal canto suo, il primo cittadino del capoluogo molisano, dopo aver ammesso di aver percepito il bonus della Cassa Forense alla quale ha sempre versato i contributi, ha sottolineato che ha devoluto in beneficenza la somma, destinandone una piccola parte al fondo Covid Comunale.
Un suo diritto dunque, mal visto però per via della indennità di oltre 3mila euro mensili percepiti dal sindaco del M5S Gravina.
Non va meglio sul fronte della Lega.
La consigliera regionale di Prima il Molise, Aida Romagnuolo ha puntato il dito contro il neo assessore della Lega, Michele Marone che, a sua volta, avrebbe usufruito del bonus di 1200, pur siedendo a palazzo Sant’Antonio a Termoli. La Romagnuolo ha chiesto le dimissioni di Marone e la sospensione dal partito da parte di Salvini. Eppure anche il già presidente del consiglio comunale della cittadina adriatica ha riscosso quei soldi dalla sua cassa, quella forense, rinunciandovi poi appena approdato a palazzo Vitale.