La lunga ed estenuante attesa sportiva per Campobasso e Teramo si è conclusa nel peggiore dei modi. Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha infatti confermato quanto deciso nelle scorse settimane dal consiglio federale della Federcalcio e a seguire dalla Covisoc e dal Coni a distanza di qualche giorno più tardi. I due Club calcistici sono fuori dai giochi. Niente professionismo secondo la camera di consiglio dalla Capitale presieduta da Francesco Arzillo.
I legali del club rossoblu Cesare Di Cintio e Federica Ferrari non sono riusciti a fa cambiare idea nell’udienza di ieri sera al Tar di Roma. Non solo: il Campobasso non potrà disputare neanche il torneo di Serie inferiore, per intenderci la D, poiché nel ricorso la società, attraverso i suoi avvocati, non ne aveva fatto richiesta in subordine alla Lega Pro. Una mazzata tremenda, difficile da digerire per la tifoseria del Lupo dopo i molti bocconi amari delle stagioni precedenti, tra esclusioni e fallimenti.
Alla base della bocciatura dei Lupi gli omessi adempimenti finanziari nelle date previste dell’obbligo di pagamento dell’Iva relativi ai periodi d’imposta del secondo trimestre 2019, terzo trimestre 2020 e secondo trimestre 2021.
Per i giudici romani sono state quindi inutili le rate scadute al 31 maggio di quest’anno pagate dal presidente Mario Gesuè all’Agenzia delle Entrate. Da oggi i calciatori rossoblu ancora sotto contratto sono liberi ufficialmente di accasarsi altrove. Fermana e Torres possono finalmente gioire per i ripescaggi in terza serie. Nel capoluogo molisano cala la notte, è non è la prima nella storia calcistica del club, per errori ed inadempienze burocratiche ed economiche. Sviste inaccettabili per un sodalizio professionistico al di la della eccessiva fiscalità degli organi sportivi ed amministrativi. Rialzarsi ancora una volta sarà tanto difficile quanto frustrante. In attesa delle prossime mosse del patron Gesuè, dovranno rimboccarsi le maniche gli amministratori a Palazzo San Giorgio.