“Ho presentato un’interpellanza al ministro della Salute Speranza per evidenziare le condizioni comatose in cui versa la sanità pubblica del Molise, vittima di scelte politiche a dir poco scellerate. Per questo, ho chiesto di sapere se vi siano i presupposti per un coinvolgimento diretto di Emergency, sul modello di quanto già avvenuto in Calabria e nelle modalità che più si riterranno opportune, nella piena convinzione che da un’eventuale collaborazione e un impiego, seppur transitorio, di personale di Emergency, possano derivare riflessi finalmente positivi per il sistema sanitario pubblico regionale”.
Lo ha detto il senatore Fabrizio Ortis, l’interpellanza del quale fa seguito a una recente lettera al premier Draghi, inviata insieme alla deputata Rosa Alba Testamento, in cui chiedeva appunto l’intervento diretto dell’associazione no profit di Gino Strada.
“Voglio conoscere – continua Ortis – anche quali altre iniziative abbia intenzione di intraprendere il Governo per assicurare il diritto alla salute dei cittadini molisani, come potrebbe essere, ad esempio, l’adozione di un ‘Decreto Molise’, redatto sulla falsariga di quello calabrese, il quale potrebbe risolvere le criticità dell’emergenza sanitaria regionale che, da troppi mesi, aspettano di essere prese in considerazione dal Consiglio dei ministri”.
Ortis ricorda come in più occasioni – prima, durante e dopo la pandemia – egli abbia evidenziato queste criticità al Ministero della Salute, utilizzando tutti gli strumenti parlamentari a sua disposizione e, perfino, avviando azioni eclatanti davanti alla sede del dicastero per chiedere un incontro con Speranza.
L’interlocuzione col Ministro è poi avvenuta, ma nulla, successivamente, è cambiato: la sanità del Molise, purtroppo, vive da oltre 13 anni in regime di commissariamento, sfociato in tagli al personale, chiusure di ospedali e reparti pubblici, smantellamento della rete di emergenza-urgenza e ridimensionamento dei presidi sanitari di comunità. “Tutto questo – evidenzia il senatore – è avvenuto mentre le strutture private accreditate hanno continuato a ingrandirsi in maniera sproporzionata, potendo contare su un occhio di riguardo da parte della politica locale e nazionale, oltre che sul riconoscimento di budget ed extra-budget elevatissimi. A pagarne le conseguenze, ovviamente, sono stati i cittadini molisani, che in questi anni non hanno potuto accedere all’assistenza e alle cure garantite dalla nostra Costituzione”.
Il principale problema, tuttavia, resta la carenza di personale con i bandi di concorso che sistematicamente non vengono attuati: in Molise, anche durante la fase di pandemia, sono mancati specialisti in rianimazione, anestesia, malattie infettive, perfino infermieri nei vari reparti. Ciò, anche a causa del blocco ultradecennale del turn over legato al Piano di rientro dal disavanzo finanziario, ma le conseguenze in tempi di pandemia sono state ancor più terribili, visto che molte procedure di reclutamento di personale, seppur previste dalle normative nazionali, non si sono praticamente mai concretizzate a causa delle inadempienze degli organismi regionali preposti. La regione, inoltre, è stata l’unica in Italia a non avere un ospedale Covid dedicato, circostanza che ha creato una persistente promiscuità tra malati Covid e non Covid, bloccando i ricoveri e le prestazioni sanitarie ordinarie, comprese quelle relative alle patologie tempo-dipendenti.
“Per queste ragioni – conclude Ortis – di fronte a una sanità pubblica che sta lasciando il passo, giocoforza, a quella privata, vittima com’è di una classe politica regionale che nell’indirizzare scientemente le proprie scelte verso il privato non ha considerato prioritario il dovere di garantire il diritto alla salute a tutti i molisani, chiedo al ministro Speranza di rispondere in maniera chiara alla mia interpellanza e di aprire alla possibilità dell’intervento di Emergency, prima che sia troppo tardi”.