L’iniziativa dei sindaci e amministratori del Basso Molise in difesa della sanità del territorio, che lunedì si sono riuniti a Larino e hanno sottoscritto un appello con richiesta di incontro urgente al governatore Donato Toma e alla direzione generale dell’Asrem, ha contribuito ad accendere un faro su quanto sta accadendo, in particolare nella Casa della Salute di Larino, dove con un colpo di mano e senza attendere nemmeno la nomina del nuovo commissario ad acta alla sanità, il presidente Toma e il direttore generale Asrem Sosto, hanno ordinato la chiusura del punto di primo intervento nell’ex ospedale di Larino, dando seguito a quanto disposto dal piano di riordino sanitario approvato nel 2017 con legge dello Stato per volontà dell’ex governatore Paolo Frattura.
Al Vietri è stato già affisso un avviso, a firma del direttore del distretto sanitario Termoli-Larino Giorgetta, che annuncia a partire dal 16 Luglio la disattivazione del Punto di primo intervento all’ospedale territoriale frentano.
Una decisione quest’ultima che i sindaci hanno fortemente contestato perché – hanno dichiarato nel corso dell’incontro tenuto a Palazzo Ducale – “è stata annunciata da Toma e Sosto in una conferenza stampa e senza che noi ne fossimo a conoscenza”. L’aggravante, secondo il sindaco di Larino Pino Puchetti, è che tale provvedimento viene attuato nel pieno della stagione estiva, con la conseguenza che finirà per intasare ulteriormente il pronto soccorso dell’ospedale San Timoteo di Termoli, dove già di norma si registrano dai 110 ai 120 accessi giornalieri, come ha spiegato la consigliera Patrizia Manzo, che sostiene attivamente la battaglia dei sindaci.
“Con la carenza di personale – ha spiegato Manzo – diventa insostenibile gestire una rete di emergenza che ricade esclusivamente sulla competenza e sulla disponibilità degli operatori presenti”.
Ma non è solo il punto di primo intervento ad allarmare i primi cittadini del Basso Molise. Desta preoccupazione anche la circolare, a firma dello stesso Giorgetta, arrivata a diversi pazienti ospitati nella Residenza Sanitaria Assistenziale del Vietri, gran parte dei quali è allettata e con gravi disabilità fisiche, psichiche e motorie, e che sono invitati sostanzialmente a lasciare la Rsa entro fine Luglio, in ottemperanza al decreto commissariale del 2017 in materia di tariffe per prestazioni residenziali e dei nuovi LEA, secondo cui la durata del trattamento di riabilitazione estensiva a carico del Servizio Sanitario non può essere superiore ai 60 giorni. Un provvedimento al quale i familiari degli ospiti della struttura non intendono dar seguito e che temono sia il preludio alla chiusura della Rsa.
Insomma la situazione al Vietri sta precipitando mentre il governatore ha pensato bene di volare in Albania in missione istituzionale. Ma c’è da giurare che dopo la forte presa di posizione dei sindaci ci saranno ripercussioni.
Davide Vitiello