“Potrebbe sembrare fuori luogo, in tempo di Covid, parlare di emergenza cinghiali ma purtroppo i problemi vecchi non vengono spazzati via da quelli nuovi”.
Così Giuseppe Spinelli, Delegato Confederale di Coldiretti Molise, dopo l’intervento in aula dell’Assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, in risposta all’Interpellanza presentata dalla consigliera regionale Aida Romagnuolo sulla proliferazione incontrollata dei cinghiali in regione. “Apprezziamo la presa di coscienza dell’Assessore, anche se un po’ tardiva – prosegue Spinelli – sulla situazione di gravissima emergenza, creatasi su tutto il territorio regionale a causa dell’aumento esponenziale di cinghiali, ma ciò non muta lo stato dei fatti, ovvero che, come da noi più volte chiesto e denunciato: occorrono misure straordinarie per un problema straordinario”.
La pandemia, durante la quale gli agricoltori hanno continuato, e continuano tuttora, a produrre cibo per l’intera collettività, a dispetto di pericoli e difficoltà economiche, ha favorito l’aumento del numero dai cinghiali. Complice il lockdown della scorsa primavera, e le forti limitazioni agli spostamenti degli ultimi mesi, i cinghiali hanno trovato un habit ancor più favorevole che ha consentito loro di appropriarsi dell’intero territorio, dove l’uomo compare sempre meno, e dove gli agricoltori a lavoro nei campi vengono spesso attaccati da branchi di cinghiali”.
Il problema, ormai atavico, sta mettendo in ginocchio un numero sempre maggiore di imprese agricole e zootecniche che rischiano di chiudere definitivamente i battenti. Campi devastati, raccolti distrutti, foraggio raso al suolo e inutilizzabile, perché reso immangiabile dal bestiame a causa dalle deiezioni dei cinghiali che marcano il territorio, sono diventati ormai la quotidianità.
Anche in Molise negli ultimi anni si sono registrati numerosissimi incidenti causati dalla fauna selvatica registrando, purtroppo, anche delle vittime.