Cinghiali e canidi stanno affossando le produzioni agricole e il bestiame

La politica regionale non può più ignorare le difficoltà del mondo agricolo e zootecnico alle prese non solo con un numero esagerato di cinghiali, ma anche dei loro diretti predatori, i lupi. Sul territorio delle 2 province occorre al più presto una strategia che riconosca, insieme alla tutela legittima del “vero” lupo, la dignità agli operatori del settore primario.

Su questa ultima questione le istituzioni devono farsi carico di un urgente censimento della specie, per tutelare i lupi distinguendoli dagli ibridi o dai cani inselvatichiti. Intanto però le imprese continuano a subire danni incalcolabili sui loro terreni dai cinghiali e dalla presenza sempre più rilevante di canidi.

Questa specie scende dalle montagne inseguendo le loro prede, ma gli avvistamenti notturni finanche all’interno dei centri abitati e nelle campagne circostanti stanno mettendo a repentaglio soprattutto gli allevamenti di bestiame. Servono misure di contenimento per non far morire i pascoli.

Senza essi molte aree del Molise rischiano di morire, lasciando a frane e alluvioni danni di notevoli proporzioni. C’è un clima di sfiducia fra gli operatori del settore zootecnico: le istituzioni debbono assumersi la responsabilità di intervenire con adeguati finanziamenti per ristorare i danni subiti con la perdita del bestiame fino allo smaltimento delle carcasse.