Una situazione che non stenta a cessare quella della costruzione di impianti eolici e fotovoltaici sui territori della regione. Coldiretti Molise, per questa ragione, è tornata a denunciare quella che definisce ‘aggressione’ da parte delle infrastrutture.
A quanto pare sono centinaia le richieste per la realizzazione di installazioni per produrre energia pulita. Così, però, la vocazione agricola del territorio molisano sta sempre più venendo meno, trascurando l’importanza della tutela ambientale e quella del cibo
“Assistiamo ormai da anni – ha affermato il Presidente regionale di Coldiretti, Claudio Papa – ad un proliferare inarrestabile di parchi che, insieme con infrastrutture viarie e ferroviarie creano il cosiddetto effetto selva, mettono a grave rischio vaste aree fertili della regione, fortemente vocate all’agricoltura, anche biologica, che rischia di vedere i campi fertili e produttivi invasi da impianti per la produzione di energia”.
L’idea di Coldiretti è quella di difendere i terreni coltivabili per salvaguardare ciò che la natura può offrire, soprattutto in virtù della legge che vieta, in Italia, la produzione e la commercializzazione di alimenti a base cellulare. Parliamo di una norma che è stata fortemente voluta dall’Associazione che rappresenta gli agricoltori, attraverso una raccolta firme alla quale hanno risposto presente gran parte dei Comuni molisani.
“Coldiretti – ha precisato Papa – non si è mai detta contraria alle fonti di energia rinnovabile ma ha sempre avversato, e continuerà ad avversare, il proliferare indiscriminato di mega impianti che rischiano di distruggere non solo l’agricoltura, che è un settore trainate dell’economia regionale, ma anche il paesaggio, oggi più che mai fondamentale per una regione come il Molise che punta anche sul turismo per il suo rilancio socio-economico. Dunque No all’eolico e al fotovoltaico selvaggio, Si al mini eolico e al fotovoltaico sui tetti delle strutture aziendali, come recitava lo slogan della nostra petizione contro il consumo di suolo agricolo coltivabile”.
L’associazione degli agricoltori ha chiesto alla Regione una mappatura chiara del territorio per individuare dove possono e non possono procedere alle installazioni, per poter programmare investimenti mirati dell’agricoltura.