Il centro storico di Campobasso rappresenta una delle principali occasioni mancate dalle ultime amministrazioni locali.
Considerati spesso risorse dai comuni più virtuosi, ed utilizzati come luoghi associativi per il commercio o l’ospitalità turistica, i centri storici nel tempo hanno assunto il ruolo di veri e propri aggregatori sociali.
Nel Comune di Campobasso però le cose non sembrano essere andate proprio così, e da quando la morsa della crisi ha iniziato a far sentire il suo clamore il piccolo centro storico della città si è avviato verso una situazione drammatica.
Si abbassano le saracinesche dei negozi ed i vicoli si trasformano in luoghi di aggregazione non sempre salubri, dove spesso si manifestano fenomeni di inciviltà e addirittura di spaccio di sostanze stupefacenti.
Secondo i dati che ci restituisce la Confcommercio nel suo rapporto “Demografia d’Impresa nelle città Italiane”, che analizza gli andamenti delle attività commerciali focalizzandosi sulle differenze tra attività che si trovano fuori o dentro i centri storici, lo scenario di decadenza è evidente.
Negli ultimi dieci anni le attività di commercio al dettaglio del centro storico del Capoluogo sono calate di 42 unità, passando dalle 353 del 2008 alle 311 del 2019.
Un dato che viene leggermente compensato dal lieve incremento delle attività come bar e ristoranti, che invece passano dalle 89 unità del 2008 alle 108 del 2019, complice anche l’aumento delle imprese in Via Ferrari dove si sono concentrati i locali della movida notturna, un fenomeno non sempre apprezzato dai cittadini residenti.
Se confrontiamo, anche solo in valori assoluti, questa decrescita con quella che invece ha interessato le attività commerciali al di fuori del perimetro del centro storico, che passano dalle 424 unità del 2008 alle 420 del 2019, ci si rende subito conto che il problema non riguarda solo la crisi economica.
Il centro storico è stato spersonalizzato al punto tale da non essere più attrattivo, ed è mancata da parte delle amministrazioni quella progettualità che, come spesso accade nei comuni virtuosi, tende a trasformare i vicoli antichi, in laboratori innovativi di rigenerazione urbana in grado di offrire a turisti e residenti esperienze in grado di attrarre, non solo dal punto di vista economico ma anche umano e sociale.