Crisi del latte. Patto di solidarietà tra caseifici e produttori molisani

La premessa è che l’attuale emergenza pandemica sta creando profondissime difficoltà in tutta l’economia nazionale, che vede anche il comparto dell’Agricoltura soffrire enormemente, soprattutto nella gestione dei prodotti “freschi”, quelli che sono a rischio di vendita e di trasformazione, perché se è pur vero che le persone mangiano, dai meccanismi di sicurezza sono scaturiti e scaturiscono effetivi cali produttivi.

Così si accoglie con grande soddisfazione la raggiunta intesa, nell’ambito della  cosiddetta “crisi del latte”, tra i caseifici molisani ed i produttori, che han no dato vita, attraverso la mediazione delle figure istituzionali, ad un patto d i solidarietà concreto e sicuramente giusto.

Tutto è incominciato, come sottolinea l’Assessore regionale Nicola Cavaliere nei  giorni immediatamente successivi al ‘blocco’, quando è stata presa l’iniziativa  e convocato, attraverso videoconferenza, le organizzazioni agricole appartenenti al Tavolo verde, l’associazione Produttori di Fiordilatte molisano (composto d a 15 caseifici di livello piccolo, medio e grande), l’associazione Produttori Latte del Molise, la struttura regionale e l’assistenza tecnica dell’assessorato all’Agricoltura”.

L’obiettivo era quello di creare un percorso virtuoso comune, fondato sulla solidarietà, sul fare rete, sul forte senso di appartenenza al territorio e sull’importanza del gioco di squadra, tutte ragioni utili e necessarie per superare le difficoltà provocate dall’emergenza Covid19″.

E infatti “Da una scrupolosa e attenta analisi interna, affidata all’Associazione Produttori Latte del Molise – rivela Cavaliere – è emerso che al momento la quantità di latte in surplus è pari a 500 quintali a settimana su tutto il territorio regionale. Quantità che l’associazione dei caseifici ha deciso di assorbire in toto, nonostante avessero loro stessi subito la radicale riduzione di fette d i mercato, evitando così un disastro economico e sociale con la conseguente chiusura di tante aziende zootecniche e il crollo dell’intero sistema”.

 

 

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