Pochi lo sanno, perché è fermo da anni, ma presso l’Ospedale Cardarelli di Campobasso esiste un inceneritore, che torna oggi ad essere al centro di un dibattito nell’ambito della politica regionale.
Tutto nasce dal fatto che, dal 2018, l’hub regionale risulta privo di un impianto che potesse bruciare i rifiuti ospedalieri speciali, compito oggi assegnato ad una ditta esterna.
Così, ad agosto del 2020, il Direttore dell’Asrem ha cercato il modo e la maniera di attivare un nuovo impianto, con l’obiettivo di un risparmio dei costi di tale affidamento.
Ha sondato le varie possibilità, giungendo alla proposta di un privato al quale spetterebbero le spese di progettazione e di costruzione, in cambio dei proventi derivanti dalla gestione.
Al relativo avviso, ha risposto una sola ditta, la Di Nizio Eugenio srl, che ha proposto un progetto di fattibilità tecnica ed economica.
La Commissione nominata dall’Asrem, con la presenza di rappresentanti dell’Arpa, ha ritenuto idonea la proposta.
A questo punto le perplessità sono tante, soprattutto da parte del Gruppo consiliare regionale del Movimento 5 Stelle, che ha inteso presentare una interrogazione urgente.
La realtà è che qui, a Campobasso si dovrebbero bruciare tutti i rifiuti speciali provenienti dalle strutture sanitarie dell’intero Molise e forse perfino da qualche altro territorio fuori regione e poi, cosa assai importante, mancano del tutto gli studi e le analisi degli impatti ambientali, unici a dissipare i dubbi sulle ricadute nocive per la popolazione.
Ultima nota, un inceneritore oggi sarebbe già una pratica vetusta, visto e considerato che l’innovazione tecnologica già propone altre soluzioni, come la vaporizzazione e il riciclo degli scarti.