Negli ultimi 15 anni, i comuni dell’Alto Molise sono stati privati di almeno 200 posti di lavoro legati all’Ospedale ‘Caracciolo’ di Agnone. Questa la prima considerazione che fanno gli ex consiglieri comunali del Paese altomolisano, appartenenti al gruppo del “Nuovo Sogno Agnonese”.
Le parole del capogruppo Daniele Saia sono davvero molto chiare: “Una razzia sconsiderata, violenta, e ottusa” – scrive – “Questo ha accelerato lo spopolamento dell’area, non solo, ma ha anche negato le cure alla zona interna che soffre di collegamenti viari vetusti e condizioni meteo sfavorevoli”.
Afferma che è giunta l’ora di riportare sul tavolo istituzionale della discussione collettiva, quella che è stata chiamata, nel segno delle più importanti rivendicazioni, la “Vertenza Molise”.
“Il Presidente Toma e il Commissario ad acta della Sanità Giustini” – afferma Saia – “devono ribaltare l’assunto che tutti i governi Regionali hanno avallato: l a negazione del diritto alla Cure e allo sviluppo delle nostre popolazioni”.
Riassume il tutto nel dire che “in termini numerici, all’Ospedale “Caracciolo, che è struttura di area disagiata, spettano, in rapporto alla popolazione, 20 milioni di euro. “L’impiego” – sottolinea – “si può declinare nei modi più disparati, ma con il risultato che in Alto Molise la sanità pubblica deve tornare ad offrire cure e servizi, oggi ‘appaltati’ a cliniche e clinichette private, che lucrano alle spalle dei cittadini”.
Una situazione che oggi appare sicuramente difficile, anche perché al tema Sanità si aggiunge quello dei trasporti.
Per raggiungere Campobasso da Agnone, con i mezzi pubblici, si impiegano circa due ore. L’ultima corsa dal capoluogo è alle 14. Da Isernia l’ultimo pullman per l’Alto Molise parte alle 18, alcune ore prima degli ultimi treni da Roma e Napo li. Il ponte sul Sente, il cordone ombelicale vitale con l’Abruzzo, è chiuso da settembre 2018.
Tutte questioni che oggi, in piena emergenza, devono essere riprese e valutate, per rivendicare una tutela, finora venuta sempre meno considerata e sempre più colpita e mortificata.