La Ricerca è totalmente centrale nel lavoro quotidiano svolto all’Istituto Neuromed di Pozzilli.
Sono davvero molte le “scoperte”, frutti di studi accurati, che hanno prodotto, nel corso del tempo, numerosi passi in avanti nel settore medico-scientifico.
L’ultima risultanza positiva è stata riconosciuta attraverso l’applicazione di una tecnica assai innovativa, che ha portato a scoprire come alcuni farmaci antidolorifici sperimentali producono effetti diversi in base alle aree cerebrali nelle quali vengono attivate.
Questa considerazione ha predisposto la possibilità di attivare o disattivare, attraverso un raggio di luce, alcune molecole che hanno azione farmacologica.
Dunque abbiamo nuove terapie, nelle quali il farmaco agisce, con estrema precisione, soltanto dove esso è utile.
È questa la tecnica che è stata utilizzata dai ricercatori del Laboratorio di Neurofarmacologia, una tecnica che ha concretamente aperto un capitolo nuovo negli studi sul dolore cronico.
Lo studio, condotto tutto su modelli animali, è stato pubblicato sulla Rivista scientifica E-life,
Ha preso in esame due diversi farmaci, che agiscono su uno specifico ricettore.
Entrambi i farmaci sono sensibili all’azione della luce, ma in modo diverso tra loro, l’uno viene liberato dalla struttura molecolare in cui è ingabbiato e può svolgere la sua azione, l’altro è molecola sempre attiva, ma può essere fermata dalla luce.
A questo punto, commenta il Professor Ferdinando Nicoletti, ordinario di Farmacologia all’Università “La Sapienza” di Roma, “saranno naturalmente necessarie ulteriori ricerche prima di arrivare a terapie utilizzabili sui pazienti, ma questo passo in avanti ci porta più vicini alla possibilità, un giorno, di ‘spegnere’ il dolore illuminando una specifica regione cerebrale mediante un dispositivo controllato a bisogno dal paziente”.