La gestione operativa dei Centri per l’Impiego in Italia è affidata alle Regioni e dunque la loro, quasi ovunque, inefficienza è di chiara responsabilità diretta dei vertici regionali.
Questa la prima considerazione che fanno i Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle, che sottolineano il fatto che delle 20 Regioni italiane i tre quarti sono governati dalle coalizioni di centrodestra, che poco e niente hanno fatto per rendere efficienti ed efficaci quelli che possono e devono essere punti significativi di rilancio lavorativo.
Affermano che nel 2019, insieme al reddito di Cittadinanza, fu varato un Piano straordinario per potenziare i Centri, che, attraverso una stima, in tre anni avrebbe dovuto portare, a fronte di un finanziamento di un miliardo di euro, all’assunzione a tempo indeterminato di 11.600 nuovi operatori.
Le Regioni guidate dal centrodestra avrebbero dovuto inserire nelle strutture 6.116 unità di personale entro il 2021.
E’ successo, invece, che al 31 dicembre del 2022, secondo i dati ministeriali, gli assunti sono stati soltanto 1.735, il 28%.
Significativo, inoltre il fatto che in alcune Regoni come Basilicata, Calabria, Sicilia e naturalmente Molise alla voce “assunzioni” hanno scritto “zero”.
Dunque siamo a ritardi immani, che certificano un enorme immobilismo e la volontà a non mettere a posto questi luoghi dove si dovrebbero produrre le occasioni di lavoro, che, tradotto in parole semplici, significa muovere al rilancio sostanziale delle attività sui territori e perciò nuove economie e nuovi sviluppi.