“Si potranno individuare in modo precoce i danni neurologici, dovuti all’ipertensione cronica, identificando i percorsi che portano alle demenze ben prima che si possano manifestare le chiare sintomatologie cliniche”.
E’ questo il risultato, importante e significativo, a cui sono giunti i ricercatori dell’Istituto Neuromed di Pozzilli, in seguito ad una ricerca, sviluppata in tal senso, dal suo Dipartimento di Angio Cardio Neurologia e medicina Traslazionale, ricerca pubblicata dalla prestigiosa rivista scientifica “Cardiovascular Research.
Tutto nasce dalla circostanza che, come recita un comunicato della Neuromed 2l’ipertensione è da sempre definita come una sorta di killer silenzioso, capace di danneggiare lentamente, ma con una certa costanza, quelli che vengono definiti organi bersaglio, tra i quali il cervello. Oltre ad essere un fattore di rischio per il ben noto ictus, infatti, l’ipertensione cronica, anche nei pazienti in trattamento farmacologico, può indurre un danno cronico a livello della circolazione cerebrale. Questa patologia può sfociare in patologie neurodegenerative come la demenza”.
La ricerca ha individuato, impiegandola magistralmente una tecnica avanzata di risonanza magnetica, la trattografia, attraverso la quale è possibile ottenere la “firma” del danno ipertensivo.
Naturalmente saranno necessari ulteriori studi, ma all’Istituto di Ricerca si pensa che l’uso della “trattologia potrà identificare precocemente le persone a rischio di demenza, permettendo interventi terapeutici tempestivi al fine di prevenire lo sviluppo della patologia”.