Danni all’agricoltura, troppi e ingenti, addirittura paragonabili alle calamità naturali. È questo il bilancio a causa delle presenza incontrollata di cinghiali lungo il territorio nazionale. In Molise situazione drammatica ormai da anni, pericolosamente aggravata soprattutto dalla pandemia. L’80% dei danni da ungulati alle coltivazioni agricole sono causati dai cinghiali.
Ad affermarlo Coldiretti Molise evidenziando che, dal 2012 al 2022 le devastazioni provocate da questi selvatici hanno superato i 5 milioni di euro.
I numeri sono emersi sulla base dei dati della Regione secondo cui nel solo 2021 sono stati denunciati 500mila euro di danni imputabili ai soli cinghiali, dato in aumento del 25% rispetto all’anno precedente, stabilizzatosi negli ultimi anni a 4-500mila euro all’anno.
Nel complesso si stima che sul territorio regionale vi siano oltre 40mila cinghiali, ovvero uno ogni 7 abitanti, a fronte dei due capi ad ettaro previsti per il mantenimento sostenibile dell’ecosistema. Con questi numeri tali animali sono diventati sempre più una minaccia anche per la circolazione stradale e dunque per la sicurezza e la salute pubblica dei cittadini.
In Molise, su sollecitazione della Federazione regionale, è stata introdotta dalla Regione il selecontrollo, normativa che consente agli agricoltori-cacciatori di intervenire direttamente contro gli ungulati per proteggere i raccolti, ora però si chiede a livello nazionale, una legge per la modifica dell’articolo 19 della Legge 157 del 1992 che consenta di estendere i piani di controllo coordinati dalla Regioni ed arrivare così ad una drastica per normalizzare un fenomeno che non riguarda più soltanto gli agricoltori ma tutta la collettività”.