Ormai è diventato una sorta di mantra, ne parlano tutti, ogni giornale, tutte le trasmissioni televisive, il mondo della politica, nonostante alcuni toni trionfali che vengono da tutti gli schieramenti, esce in modo assai negativo dalla vicenda dell’elezione del nuovo Capo dello Stato.
Chiedere, dopo giorni di intense e inutili sciocchezze, ad un uomo di 80 anni, che aveva affermato fortemente la sua volontà a far altro, di rimanere nella carica più alta del Paese è stata la dimostrazione della assoluta povertà di idee, è stata la mancanza totale di un dialogo costruttivo e di quel confronto che richiede la Costituzione, quella considerata la più bella del mondo, forse un po’ retrò, forse bisognosa di una revisione in meglio, ma sempre colma di scelte oculate e assai significative per il mantenimento della Democrazia.
Ci saranno dei riscontri a questo triste momento storico? E’ difficile dirlo, anche se già si annunciano giorni di sfide all’ultimo respiro, portate avanti senza esclusione di colpi, nel gioco della conquista del potere, la conquista del partito o movimento che sia.
Ma neanche sappiamo i riscontri molisani, dove regnano incontrastate figure storiche, che tutto muovono e tutto approvano.
Non possiamo saperlo, nel Molise le cose vanno sempre in modo diverso dal resto d’Italia, qui da noi vince chi altrove perde e perde chi altrove trionfa. Siamo di fatto anomali e parecchie volte assolutamente ignorati dagli altri.
Vedere queste elezioni presidenziali: i personaggi politici hanno occupato h24 tutte le redazioni giornalistiche televisive nazionali, tutte, ci fosse stato un molisano.
Nessuno, neanche capitato per caso dietro un microfono volante, un colpo di rimbalzo, una sostituzione in zona Cesarini, un caso di omonimia, niente e nessuno, tranne magari fare la macchietta in qualche programma radiofonico da cabaret, tranne poi sviolinare, a dati certi, la propria grande felicità per aver eletto un tizio a cui qualche anno prima si voleva tagliare la testa e per aver contribuito alla sua rielezione.
Robe strane, misteriose, ectoplasmi che si sono aggirati, giammai visti e sentiti, per il Transatlantico del Potere, testimoni della loro inutilità, grandi soltanto tra le mura domestiche, dove si ringalluzziscono e straparlano, loro, altrove muti più dei pesci, considerati meno di zero, osannati ed insultati dalle stesse persone, che neanche sono migliori, perché è loro la responsabilità, sono proprio le stesse persone che li hanno scelti, li hanno votati e forse li perdonano perché “ormai li conosciamo, peggio sarà difficile che facciano”.
La convinzione finale è che però siamo già al peggio e non ci fermeremo.