Nelle realtà di Molise e Abruzzo per molti versi convivono punte di eccellenza accanto a realtà di crisi profonde. Quando il tessuto economico è fortemente trainato dalle esportazioni si risente più facilmente delle congiunture negative internazionali.
In entrambe le regioni l’occupazione è aumentata ma cresce il lavoro a termine, il contratto a tempo determinato e l’occupazione si concentra in settori dove prevale la scarsa qualità e l’incertezza della prospettiva lavorativa. Nel Molise la situazione è ancora più preoccupante rispetto all’Abruzzo. Non solo hanno cessato di esistere imprese che avevano svolto un ruolo di traino come l’ITR, lo Zuccherificio e la Fonderghisa, i lavoratori hanno esaurito tutti gli ammortizzatori, e lo strumento dell’area di crisi complessa non sta dando ancora prospettive sostanziali. Questi indicatori negativi riportano il contesto locale da regione in transizione a regredire tra quelle ad obiettivo 1.
Per i sindacati è urgente che i Presidenti delle due regioni chiedano al governo nazionale di rivedere la normativa sugli ammortizzatori per non lasciare senza sostegno al reddito numerose unità.
I tagli degli investimenti previsti nell’ultimo testo della Legge di bilancio avranno ricadute negative e comporteranno un aumento della tassazione locale. Il 9 febbraio sono previste manifestazioni sindacali in piazza affinché il Governo cambi la politica economica. È ingiusto che di nuovo ad essere penalizzati siano i pensionati e, inoltre, la Finanziaria non sostiene formazione e innovazione, sblocco delle infrastrutture, sanità e istruzione.