Torniamo a parlare delle Consultazioni Amministrative a Campobasso, che sono entrate nel vivo della Campagna elettorale anche se non ancora si è perfezionata la presentazione ufficiale delle liste.
L’attualità ci propone incontri pubblici costanti dei due candidati a primo cittadino, Marialuisa Forte per la coalizione del centrosinistra, quella sancita dall’accordo tra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, alleanza dei Verdi e della Sinistra ed alte realtà locali, e Pino Ruta, in rappresentanza di Costruire Democrazia ed altre concretezze politiche.
Incontri in cui si preannunciano le strade programmatiche, si evidenziano fasi progettuali e si parla di come rilanciare la città nei termini culturali, sociali ed economici.
Tutto nella norma, dunque, anche se al dibattito complessivo finora manca un pezzo importante, quello della coalizione del centrodestra.
In verità è da tempo che circolano nomi, ma solo quelli, nomi che finiscono come in un tritacarne, proposti e subito bruciati, come quello di Pallante, che ha rinunciato ma dopo aver gustato l’amaro calice di chi non lo voleva affatto come candidato ufficiale di tutta la coalizione.
Tra i nomi anche alcuni che sono ricorsi spesso in questi ultimi anni, come Stefano Maggiani, ad esempio, più volte citato come un buon candidato, politico ma non troppo, più società civile che di altra natura, ma soprattutto Fausto Parente, che è stato tirato in ballo anche per le elezioni regionali e che, a nostro avviso, è sempre stato mortificato perché immediatamente ignorato, trattato come una sorta di elemento scomodo della politica locale, lui che sta facendo tanto bene a Campitello Matese, che è stato Sindaco di Sassinoro per almeno due mandati e che, essendo un avvocato esperto e assai ricercato, ha conoscenze giuridiche degne di nota, assai utili nella guida sicura di una città come Campobasso.
In effetti c’è un rumore di sottofondo assai assordante, per il quale non riusciamo a comprendere il silenzio che ne consegue sulle scelte ufficiali, scelte che non sembrano essere decise dai tavoli regionali, che davvero abbiamo l’impressione che contano meno del classico due di briscola e che invece appaiono di totale pertinenza dei vertici nazionali, soprattutto perché trattasi di città capoluogo di Regione, una città che pur non avendo una forte importanza elettorale in fatto di voti e numero di elettori, comunque è centrale in un territorio da considerare importante perché di rappresentanza di una unica Regione.
Un’ultima considerazione, abbiamo come l’impressione che i vertici nazionali di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega vogliano utilizzare queste elezioni per un’opera di ripulitura dei loro organici dirigenziali, un po’ come voler rimuovere certi antichi pezzi di potere, che sembrano diventati più ostacoli che strade spianate.