Divieto di pesca nell’Adriatico Centrale dal 19 agosto e fino al 24 settembre

Come ogni anno il mare Adriatico sarà oggetto del fermo biologico, il divieto di pesca che terrà i pescherecci tutti agli ormeggi.

Tempi differenti per i tratti di mare e dunque le marinerie interessate sono tenute a rispettare i calendari differenziati.

Da Trieste ad Ancona e da Manfredonia a Bari, tutto è iniziato il 29 luglio e il divieto si protrae fino al 9 settembre, mentre il mare tra San Benedetto del Tronto e Termoli il fermo partirà il 19 agosto e sarà rispettato fino al 24 settembre.

Dal 4 settembre al 3 ottobre, invece sarà interessato il mare tra Brindisi e, estendendo al mar Ionio e parte del Tirreno, Reggio Calabria,con esclusione di Bagnara Calabra.

Naturalmente anche gli altri mari italiani saranno interessati dal divieto.

Tanti gli effetti positivi, ma anche quelli negativi, soprattutto per quanto riguarda l’impatto occupazionale nel settore e quello economico e reddituale.

Per questo lo stesso provvedimento ministeriale, attuato in applicazione del Regolamento Europeo e del Consiglio dei Ministri, ha indicato la necessità di adottare tutte quelle misure per mitigare gli effetti negativi che cadono indistintamente sulle parti in causa dell’intero comparto ittico.

La legge prevede che l’armatore interessato, entro il giorno di inizio del periodo di fermo, deve provvedere a consegnare alle Autorità marittime tutti i documenti pertinenti di bordo, con anche il libretto di controllo dell’imbarco e del consumo di carburante.

Intanto saranno sbarcate le attrezzature di pesca e apposti i sigilli.

L’Autorità marittima potrà però autorizzare un eventuale viaggio per trasferimento in altro porto, ma soltanto per operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria e per operazioni tecniche per il rinnovo dei certificati di sicurezza.