Nonostante il momento difficile che tutto il mondo sta attraversando a causa della pandemia resta fondamentale ricordare, oggi, la Giornata internazionale della donna.
Un 8 marzo che porta a riflettere al ruolo delle cittadine, di madri, figlie, mogli, lavoratrici nella società
“Pilastri importantissimi per la collettività” – ha ribadito il governatore del Molise, Donato Toma – È quindi doveroso ringraziarle e, al contempo, soffermarsi su quanto è stato fatto e quanto ancora si dovrà fare per tutelarle, difenderle e valorizzarle in tutti i contesti, a partire da quelli familiari e lavorativi, così come prevede pure la nostra Costituzione. Lungo e tortuoso è stato il percorso che ha visto, negli anni, le donne lottare per ottenere maggiori riconoscimenti o, più semplicemente, per vedere riconosciuti dei diritti. Le istituzioni hanno il dovere di fare di più e meglio per favorire la parità, il rispetto e la valorizzazione delle stesse”
“Eppure – ha sottolineato il presidente della Provincia di Campobasso, Francesco Roberti – ancora oggi la donna, spesso, subisce discriminazioni, soprattutto sul luogo di lavoro, e violenze in ambito familiare. La crisi generata dalla pandemia ha acuito diseguaglianze sociali e di genere. Si deve ancora far molto in termini di crescita culturale nel nostro Paese, sia in tema di pari dignità lavorativa sia sulla partecipazione delle donne nei processi decisionali politici ed economici”.
“L’Istat, per esempio – ha aggiunto la garante regionale dei diritti della persona, Leontina Lanciano – nella sua ultima indagine evidenzia che in Italia 49.394 donne si sono rivolte ad un Centro anti violenza. Con un aumento del 13,6% rispetto alla precedente rilevazione. Inoltre, il numero di donne giunte al Pronto soccorso con una diagnosi di violenza ammonta a 19.166 persone. Tutto questo – afferma l’organismo di garanzia – ci mostra che il sistema attuale non funziona a va cambiato. Oggi, quando una donna denuncia di aver subito episodi di stalking, minacce, abusi e violenza, non viene messa in sicurezza. Le forze dell’ordine attivano il procedimento e si avvia eventualmente l’iter di accertamento da parte degli organi giudiziari, ma le misure attualmente previste non sono sufficienti a tutelare efficacemente le vittime. Dalla segnalazione alla neutralizzazione del pericolo, infatti, restano tempi ancora troppo lunghi che lasciano la donna in balia degli eventi. Occorre rivedere tutto”.
“L’emergenza sanitaria che viviamo oramai da un anno – ha rimarcato il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina – ha toccato fortemente alcuni settori lavorativi, come ad esempio la sanità e l’istruzione, dove le donne rappresentano la maggioranza degli occupati, esposte a rischi che però, loro stesse per prime, ci hanno insegnato a fronteggiare con lucidità e capacità di scelta e di azione, reggendo l’urto di una dimensione totalmente nuova e sconosciuta nella nostra storia più recente e che per via delle restrizioni imposte, ha costretto le donne italiane a farsi ancora più carico, in prima persona, di una gestione familiare complessiva che non può essere data per scontata o finire con il passare sotto traccia. È quindi ora ancora più urgente e necessario superare il divario di genere diffuso soprattutto nel settore occupazionale, tenendo conto della scarsa presenza delle donne nei ruoli di vertice nei settori produttivi e amministrativi del nostro Paese.”
Per il primo cittadino di Isernia, Giacomo D’Apollonio: “il tema dei diritti delle Donne richiede nuove e continue attenzioni e visibilità, perché sono troppe le discriminazioni e le prepotenze che esse subiscono, ovunque nel mondo. L’auspicio, quindi, è che la Giornata Internazionale della Donna sia ancora una volta un momento di profonda riflessione sul loro ruolo e sulle loro conquiste sociali, economiche e politiche”.