L’uccisione, a colpi di fucile, dell’Orsa Amarena a San Benedetto dei Marsi, nel Parco Nazionale d’Abruzzo ha scosso l’opinione pubblica.
Un gesto immotivato nei confronti di un esemplare non pericoloso che si trovava nel suo habitat naturale.
Nel frattempo, si allunga l’elenco delle istituzioni e organizzazioni che intendono costituirsi parte civile nei confronti dell’indagato, il 56enne allevatore Andrea Leombruni.
alla lista si aggiunge l’associazione Altritalia Ambiente, i cui responsabili nazionali così commentano la tendenza, da parte di alcuni media, di spettacolarizzare i comportamenti degli animali: “una buona dose di responsabilità è da attribuire anche a una certa politica che demonizza la fauna selvatica e conduce vere e proprie campagne di terrore mediatico contro i naturali abitanti dei boschi e delle montagne contribuendo così a creare un clima di paura”.
Dopo la morte di mamma orsa, la preoccupazione è per i suoi cuccioli, le cui probabilità di sopravvivere da soli si riducono.
Sull’argomento il presidente dell’Associazione Cultura e Solidarietà, Aldo Di Giacomo, ricorda la necessità di “attivare programmi ed azioni in grado di tutelare la fauna del Parco nazionale e di rivendicarlo dal Governo. Intanto – continua – raccogliamo la sollecitazione del sindaco di San Benedetto dei Marsi, Antonio Cerasani, a collaborare con le forze dell’ordine, senza attivarsi autonomamente e ci aggiungiamo all’invito ad evitare che curiosi intralcino le operazioni di ricerca”.