Due milioni di persone senza medico di famiglia, un problema da risolvere

Esiste nel Paese un problema assai grave, che però viene sistematicamente snobbato da coloro che hanno scelto di occuparsi del bene comune attraverso il ruolo di governo nelle varie istanze istituzionali.

Il problema è la carenza, sempre in crescita, dei medici di base, una carenza che ad oggi ha determinato la storiaccia che oltre due milioni di italiani non sono più seguiti da un medico di riferimento per le loro famiglie.

Tutto perché non esiste un bilanciamento tra il pensionamento e le assunzioni, un disequilibrio che ha creato carenze, al punto che molte delle aziende sanitarie territoriali, Molise compreso, hanno iniziato a produrre appelli e procedimenti vari per attrarre in Italia personale medico straniero.

I conti sono davvero semplici da fare: due milioni di persone senza medico di base vuol dire che oggi e nei prossimi 5 anni mancano e mancheranno all’appello operativo complessivamente ben 45 medici, 80 mila nei prossimi 10 anni.

Il grido d’allarme parte dalle Università, è qui che infatti lamentano la mancanza di una qualche adeguata programmazione, sottolineando il fatto che gli accessi universitari a Medicina risultano sempre meno.

Non si può, tra l’altro negare, che, come si afferma dall’Istituto di Medicina Generale la scelta di occuparsi di medicina di base non è considerata particolarmente attraente da parte degli specializzanti, che ritengono il lavoro monotono e noioso e sicuramente meno significativo di quello svolto in corsia o nella specializzazione.

La risposta al problema è nell’annuncio della ministra Anna Maria Bernini, che ha annunciato un ampliamento dei numeri per l’ingresso a Medicina.

Naturalmente staremo a vedere, soprattutto saranno attenti quei due milioni di cittadini senza medico, ci quali, senza colpa, sono stati privati del diritto costituzionale alla salute.

La questione riguarda l’Italia intera e perciò anche il nostro Molise, che già soffre di una situazione complessiva nell’ambito della Sanità che dire mortificante è dire davvero poco.

Ai mille e mille problemi strutturali, alle dismissioni di interi reparti ospedalieri, ai restringimenti dei diritti e delle tutele, si aggiungono i medici che mancano.

Ne sono almeno 130, tra quelli non presenti negli ospedali e quelli di famiglia.

130 medici che sono scomparsi dall’operatività quotidiana, dismessi dalla produttività perché pensionati, ma anche quelli spostati, che sono andati altrove.

Poi ci sono coloro che scelgono di occuparsi di altro, ad esempio di politica, che, nel sogno di tutti sarebbe come dire “mettiamo la competenza nella stanza dei bottoni”, magari sperando si correggano gli errori, non se ne facciano altri e si restituisca, semmai ce ne fosse stata un tempo, una dignità di trattamento alle persone, perché la salute e la prima cosa e se ad occuparsene è un medico, fa sicuramente più fiducia.