E’ vietato, ma il glifosato può ancora colpire gli italiani

Il colosso farmaceutico tedesco, la Bayer, che lo scorso anno aveva acquistato la Monsanto, la famigerata azienda produttrice del pericolosissimo erbicida Roundup, è stata di nuovo condannata, negli Stati Uniti, a risarcire, in modo massiccio, un uomo che ha contratto una grave malattia, in seguito all’uso del prodotto incriminato.

Una condanna che ha sancito, qualora ce ne fosse bisogno, l’attenzione della multinazionale esclusivamente per il profitto, mortificando ogni tutela per la salute dei suoi clienti.

Il problema centrale è appunto il glifosato, la sostanza altamente cancerogena che viene usata come diserbante e che impregna i terreni, trasmettendo danni consistenti, che si presentano con una forte insorgenza tumorale in soggetti particolarmente vulnerabili.

Le azioni legali nel mondo sono davvero tante ed interessano anche numerosi Paesi europei, come ad esempio la Francia, dove attualmente è in corso una indagine accurata su alcuni percorsi discutibili ed illegali messi in atto dalla grande azienda.

Come è noto in Italia fin dal 2017 l’uso del glifosato è stato vietato, nessuna possibilità di utilizzo, i controlli sono molto efficaci, però, c’è sempre un però, la questione riguarda i ben 19 altri stati europei, dove all’epoca si votò contro il divieto, decretando una proroga per cinque anni del permesso all’uso del prodotto cancerogeno.

La questione dunque è di una semplicità disarmante: è pur vero che i terreni in Italia non trovano più l’uso del glifosato, ma questo non è di alcuna utilità se arrivano produzioni, pregne di glifosato, da uno dei 19 Paesi d’Europa.

Nessuno ci può garantire che i cittadini italiani siano immuni da i danni provocati dalla sostanza ed anzi sarebbe perfino più difficile dimostrare che l’eventuale malattia sarebbe imputabile all’uso del glifosato, visto che da noi la sostanza è stata assolutamente bandita.

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