Nell’ottobre del 1943 vennero imprigionati a Fornelli il podestà Giuseppe Laurelli e il vice podestà Alfredo Di Fiore per mano nazista; nella frazione Castello, invece, cinque contadini. Tutto questo a seguito del ferimento di due soldati tedeschi e all’uccisione di un altro commilitone ad opera di un giovane fornellese, il quale il giorno precedente aveva scagliato una bomba contro i militari che, ormai da molte settimane, stavano razziando nella zona il bestiame.
Interrogati e processati, la sentenza stabilì che i sette uomini catturati dovevano essere uccisi anche se estranei ai fatti. I condannati furono così radunati nella frazione Castello. Solo uno, il vice podestà riuscì a scappare.
Alle 11 del mattino del 4 ottobre i soldati fecero salire i prigionieri sopra delle casse che erano state poste sotto ai cappi e poi, con un calcio le tolsero, impiccandoli.
Una morte che non fu istantanea ma avvenne lentamente e come atto finale i tedeschi vietarono per ben quindici giorni di dare sepoltura ai martiri. Solo il 19 ottobre, i corpi ormai in decomposizione e dilaniati dagli animali, vennero restituiti alle famiglie.
A distanza di anni il comune di Fornelli e i parenti delle vittime dell’eccidio hanno intentato una causa contro la Repubblica Federale Tedesca chiedendo la condanna ed un importante risarcimento economico.
Ebbene, la storia si conclude con un lieto fine. La Germania è stata condannata al pagamento di un maxi-risarcimento di circa 12 milioni di euro.
Ed è stato pubblicato, inoltre, in data 1 luglio 2023 il Decreto in Gazzetta Ufficiale da parte dello Stato Italiano che conferisce lo stanziamento per il rimborso a tutti i parenti delle vittime dell’eccidio nazista ed al Comune di Fornelli. Occorrerà presentare una domanda al Ministero dell’economia e delle finanze, che verificata la rispondenza dei requisiti richiesti, provvederà al pagamento entro 180 giorni.
“Un riconoscimento che ripaga solo in parte il dolore e la violenza nei confronti della nostra comunità – ha dichiarato il sindaco Gianni Tedeschi”.
Oggi, nel luogo in cui si verificò l’impiccagione è ubicato un monumento in ferro battuto. Una stele simbolo della comunità di Fornelli. I sei fori rappresentano il vuoto lasciato dai Martiri.