Elezioni in Molise: comunque vada il primo Partito è quello di chi si astiene

Nonostante l’Istat abbia certificato che al 1 gennaio di quest’anno i cittadini residenti in Molise erano complessivamente circa 290 mila, quelli ammessi al voto sono concretamente oltre 327 mila.

Una discrepanza dovuta al fatto che tra gli elettori sono accreditati oltre 85 mila residenti all’estero.

Una dato che segna di fatto un elemento importante, perché questi ultimi elettori non possono votare per posta, cosa che hanno potuto fare per le competizioni politiche, e né recarsi presso le Ambasciate e i Consolati, ma dovrebbero recarsi ai seggi e dunque tornare in Italia nei Comuni di origine per esprimere il voto.

Una circostanza questa che, considerando il valore totale degli iscritti nelle liste elettorali, produce una immediata quota fisiologica di astensione.

A questo bisognerà aggiungere un dato che già in altre competizioni era stato rilevato e cioè un aumento consistente di coloro che non si recano alle urne.

Le dichiarazioni dei mancati elettori sono molteplici, per numerosi esiste una disaffezione al voto, frutto di una distanza dalla politica, un non volerne sapere, una certa riluttanza ad esprimere una vera partecipazione alla macchina istituzionale ed alle varie strategie politiche nazionali e locali.

Per molti, al contrario, è il senso di un legame compromesso dalle tante vicende storiche che hanno minato i rapporti di fiducia con coloro che si propongono per occuparsi del bene comune.

Questi cittadini affermano di non volere essere rappresentati da persone che non trovano la loro stima, perché pensano esclusivamente ai propri interessi ed agiscono senza pudori e ripensamenti.

Una pratica, però, questa del voto mancato, che viene contestata fortemente da coloro che affermano che bisogna esercitare il diritto al voto, perché la scelta è sacrosanta e non scegliere è un passo davvero criticabile e deleterio.

Intanto i numeri parlano che chi è chiamato al vertice di questa Regione è stato individuato comunque da una grossa minoranza di elettori, che, per chi viene eletto può significare poca cosa, ma che comunque rappresenta un monito per l’intera classe politica, un punto importante su cui tutti dovrebbero davvero riflettere.