La Procura della Repubblica di Campobasso ha presentato al Gip del Tribunale del capoluogo molisano richiesta di proroga di altri sei mesi per le indagini relative ai 520 decessi per Covid in Molise, avviate a seguito degli esposti presentati dal Comitato “Verità e dignità vittime Covid 19” presieduto da Francesco Mancini e rappresentato dall’avvocato Vincenzo Iacovino.
Nello specifico le ipotesi di reato mosse sono quella di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, che fa riferimento ai dati diramati sui posti in terapia intensiva durante la pandemia, che secondo il comitato conterrebbero evidenti discrasie, ma anche falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, nonché reato di Epidemia e delitti colposi contro la salute pubblica.
Quest’ultima ipotesi si riferisce nello specifico alla gestione della sanità molisana durante la pandemia tutt’ora in atto e già oggetto di specifiche denunce da parte di medici e del Comitato che rappresenta i familiari delle vittime.
Già a partire dall’aprile 2020 infatti i medici preannunciavano criticità lungo le corsie ed i percorsi del pronto soccorso e dei reparti del Cardarelli a cui si sono aggiunte anche le chiusure dei fondamentali reparti di chirurgia e medicina.
Altro punto dolente della vicenda quello del malfunzionamento dell’impianto di ossigeno, secondo l’accusa insufficiente rispetto al numero dei pazienti ricoverati nei reparti di malattie infettive e terapia intensiva.
Viene contestata inoltre anche l’insufficienza del personale medico e paramedico, rimasto sempre sotto organico rispetto al crescente numero dei ricoverati.
Alla luce di questa immane tragedia i familiari delle 520 vittime aspettano ancora di conoscere la verità e i responsabili.