«Centinaia di persone che vivono nella zona di Rio Vivo di Termoli, rischiano di dover sborsare ingenti somme di denaro e anche di perdere la casa, se i Ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture non interverranno presso l’Agenzia del Demanio, per farla recedere dalle sue infondate ragioni, ponendo così fine ad un contenzioso costruito su errate interpretazioni legislative, che dura ormai da troppi anni”.
“Ne abbiamo parlato nella sala consiliare di Termoli, in un incontro promosso dal professor Giovanni Di Giandomenico, insieme al consigliere comunale Nicola Balice, l’avvocato Laura Venittelli, i consiglieri regionali Vittorino Facciolla e Valerio Fontana e una delegazione di residenti a Rio Vivo, ai quali è stata illustrata la specifica mozione presentata in Consiglio regionale – di cui sono prima firmataria – per impegnare il Governo regionale ad intervenire presso il Governo nazionale ed i due ministeri competenti, nei confronti dei quali mi sono già attivata preliminarmente2.
“Come ha ricordato il professor Di Giandomenico, per la zona di Rio Vivo di Termoli esistono numerose azioni giudiziarie, inizialmente promosse dall’Avvocatura dello Stato nel 1981, che rivendicavano allo Stato parte di essa in qualità di demanio marittimo dai numerosi abitanti che, nel frattempo e con un piano regolatore comunale approvato dall’allora Ministero dei LL.PP., avevano costruito un intero quartiere cittadino di circa, ormai, 1000 abitanti”.
La Corte d’Appello di Campobasso, però, non uniformandosi al disposto legislativo della L. 205/17, ha pronunciato tutta una serie di sentenze di condanna (ora al vaglio della Cassazione) nei confronti dei cittadini di Rio Vivo, con cui si chiede il pagamento di cifre enormi di indennizzi, il rilascio dei suoli e l’abbattimento delle loro case di abitazione.