Parte ufficialmente da oggi il fermo biologico anche sulla costa molisana. Per i non addetti ai lavori è un termine quasi sconosciuto, ma in realtà il fermo biologico della pesca è un provvedimento che, da consumatori, coinvolge tutti.
Semplificando al massimo la definizione il fermo è un periodo di tempo nel quale è proibita la pesca in determinate aree.
L’obiettivo di questa decisione – adottata da ormai 30 anni dall’Unione Europea- ha l’obiettivo di dare ai pesci il tempo di completare il ciclo produttivo salvaguardando così la fauna dei mari più battuti dai pescherecci.
Per il Molise questo si traduce con uno stop forzato alla pesca su tutta la costa adriatica, da San Benedetto del Tronto fino a Termoli.
Se dal punto di vista biologico si tratta di una misura necessaria al fine di garantire un certo equilibrio dell’ecosistema marino, non sempre il fermo viene accolto con favore da parte degli addetti ai lavori, il cui sistema economico si trova già in condizioni precarie.
Proprio per questo motivo la Federpesca del Molise non condivide – neanche quest’anno – il periodo forzato di stop imposto dalle autorità competenti nelle acque marine dell’Adriatico.
La misura lascerà le imbarcazioni della flottiglia termolese a strascico ferma fino al 15 settembre, senza contare che il settore deve già fare i con altri periodi dell’anno in cui le battute di pesca sono razionalizzate.
Ci sarà la concessione della sola pesca di tipo artigianale in questo periodo con le evidenti ricadute sull’intero settore professionale che deve già fare i conti con il mancato indennizzo economico dello scorso anno.