È stata presentata questa mattina, nella sala della biblioteca “Lello Lombardi” del Consiglio regionale del Molise, la proposta di legge regionale per l’attuazione delle sentenze della Corte Costituzionale sul fine vita. Un’iniziativa legislativa che mira a colmare un vuoto normativo e a garantire tempi e procedure certe per l’accesso al suicidio medicalmente assistito, nel rispetto dei principi di autodeterminazione e dignità della persona.
L’incontro ha visto la partecipazione dei consiglieri regionali firmatari del testo, promosso da Alessandra Salvatore del Partito Democratico, insieme a Vittorino Facciolla, Micaela Fanelli, Angelo Primiani, Roberto Gravina, Andrea Greco e Massimo Romano, oltre ad Armandino D’Egidio, Stefania Passarelli e Massimo Sabusco sia pure non presenti fisicamente all’evento. In collegamento da remoto, anche l’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni, che ha fornito il supporto tecnico e giuridico alla stesura della proposta.
A rendere unica la proposta, la presenza – per la prima volta in un testo normativo regionale – di un paragrafo dedicato a storie di vita vissuta, per restituire voce e volto a chi ha affrontato il dramma della sofferenza insopportabile senza trovare risposte dalle istituzioni.
“Questa proposta nasce nel solco delle indicazioni dell’Associazione Luca Coscioni – ha spiegato la consigliera Salvatore – e si fonda su un principio di grande civiltà giuridica: il diritto di scegliere. Oggi chi decide di interrompere sofferenze insopportabili non ha strumenti per farlo, perché mancano norme chiare, competenze definite, tempi certi. Questo vuoto normativo nega, di fatto, un diritto già riconosciuto dalla Corte Costituzionale”.
La proposta mira a regolare tempi e procedure, per evitare che la burocrazia rallenti o impedisca l’accesso a un percorso già legittimato a livello costituzionale. “Il diritto c’è – ha aggiunto Salvatore – ma chi vuole esercitarlo resta intrappolato in un limbo normativo”.
A sottolineare l’importanza dell’iniziativa anche Viviana Mastrobuoni, segretaria regionale della Cellula Coscioni: “Questa legge è fondamentale perché permette a chi chiede il suicidio medicalmente assistito di conoscere le tempistiche, di avere certezze. Oggi invece regna l’incertezza, sia per l’inerzia del Parlamento sia per la disomogeneità regionale. Il Molise può dare un segnale forte, diventando una Regione garante dei diritti”.
Mino Dentizzi, delegato nazionale della Cellula Coscioni per il Molise, ha richiamato l’attenzione sugli ostacoli culturali che ancora circondano il tema del fine vita. “Il suicidio assistito può essere richiesto solo da persone capaci di intendere e volere, con malattie irreversibili, dolori atroci e spesso dipendenti da assistenza meccanica. Eppure, continua a esserci molta disinformazione. La legge è semplice: bisogna solo regolare tempi e modalità, perché il diritto a morire con dignità esiste già”.